venerdì 9 novembre 2018

L'Isola Tiberina: storia e leggenda dell'unica isola urbana del Tevere



Una antica leggenda racconta che l'isola si sia formata quando i romani, durante una rivolta nel VI secolo a.C., decisero di gettare i covoni di grano dei Tarquini, odiatissimi re etruschi della città, nel Tevere; questi ultimi si accumularono e dettero vita all'Isola Tiberina, fin dai tempi remoti parte integrante del tessuto urbanistico della città antica.

Lasciando da parte questa affascinante leggenda, vale la pena ricordare che l'Isola ha da sempre una vocazione medica. Chi abita a Roma conosce benissimo l'Ospedale Fatebenefratelli, da secoli istituzione ospedaliera fondata da San Giovanni di Dio stanziata proprio sull'isola, ma pochi sanno che dove ora sorge la chiesa di San Bartolomeo, in epoca romana si trovava un tempio dedicato ad Esculapio, il dio della medicina. Ma perché i romani decisero di costruire proprio qui un tempio?
Ancora una volta una leggenda ci viene in aiuto e ci narra che, durante una terribile peste, i romani consultarono i libri sibillini ed ottennero come risposta di doversi recare in Grecia per prendere un simulacro del dio Esculapio, portarlo a Roma e costruire un tempio. Una volta tornati dal viaggio si interrogarono su dove poter costruire il tempio, ma proprio in quel momento l'enorme serpente di marmo, simulacro del dio preso in Grecia, prese vita e andò a posizionarsi proprio sull'Isola! I romani interpretarono come segno del dio l'evento miracoloso e non solo costruirono il tempio sull'Isola Tiberina, ma dettero a quest'ultima la forma di una nave! Frammenti della prua sono ancora visibili passeggiando lungo la banchina del fiume. 



Nell'anno Mille l'imperatore Ottone III decise di utilizzare parte dei resti del tempio, ormai abbandonato, per realizzare una chiesa dedicata in un primo momento a Sant'Adalberto da Praga, suo amico, in seguito dedicata a San Bartolomeo Apostolo. Una diatriba è ancora in piedi dall'epoca....Ottone portò a Roma i resti del corpo dell'apostolo Bartolomeo, conservati fino a quel momento a Benevento, utilizzando un catino di bronzo ancora oggi conservato lungo la navata destra della chiesa, all'altezza dell'altare che ospita il sarcofago di porfido con le spoglie del santo. Ma anche la cattedrale di Benevento conserva un sarcofago affine con le spoglie del santo...dov'è San Bartolomeo, a Roma o a Benevento? Il dibattito è ancora aperto! Voci che si sono rincorse nei secoli affermano che i beneventani dettero a Roma il corpo di San Paolino da Nola vescovo al posto dell'apostolo ed effettivamente nell'obelisco di fronte alla chiesa tra le statue di San Giovanni di Dio, San Bartolomeo e San Francesco trova posto anche San Paolino! Ai posteri l'ardua sentenza! 😉


Altro evento miracoloso è legato alla chiesetta di San Giovanni Calibita, che ospita al suo interno la cosiddetta “Madonna della Lampada”, affresco ritenuto miracoloso perché nel 1557 secondo la tradizione, trovandosi ancora nella nicchia di origine, vicino al Ponte Quattro Capi, fu coperta dalle acque del Tevere, senza che ne soffrisse il dipinto e si smorzasse la lampada, prodigiosamente rimasta accesa sul posto. In seguito fu staccata e collocata all'interno della chiesa (purtroppo difficilmente visitabile perché accessibile solo per le funzioni religiose!).

Ma non è finita qui! Sull'Isola Tiberina c'è ancora un luogo nascosto e sconosciuto, la sede della Confraternita dei Sacconi Rossi, la "Veneranda confraternita de' devoti di Gesù Cristo al Calvario e di Maria Santissima Addolorata". Fondata nel corso del '700, il loro compito era ripescare i morti dal fiume Tevere e dargli degna sepoltura. Ancora oggi il 2 novembre è possibile assistere alla loro suggestiva processione che si disloca lungo tutta l'Isola Tiberina ed è possibile visitare anche la cripta decorata con le ossa dei morti annegati. 😲


Storia, leggende, curiosità ma anche enogastronomia. Sull'Isola Tiberina c'è la mitica trattoria della "Sora Lella", dove potrete gustare la cucina tipica romana in una atmosfera magica! 😋

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