tag:blogger.com,1999:blog-33328148032825155162024-02-07T00:24:08.248-08:00Roma ad Hoc - Visite GuidateRoma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.comBlogger13125tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-51845761555648117842021-01-14T12:54:00.006-08:002021-01-15T03:25:55.026-08:00Il rione Monti: storia e curiosità<div class="separator"></div><p> </p><span id="docs-internal-guid-b222db9a-7fff-adf1-f084-262005c98712"><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="border: none; clear: right; display: inline-block; float: right; height: 186px; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; overflow: hidden; width: 191px;"><img height="186" src="https://lh3.googleusercontent.com/bOp3ZXS9HG3azcruv2u5IvPS2QvHnQHotbvQJbbDfNTSXWSVIAuQleRuU1L8yvnhD1ZtdPbjGith1D5dyyQvPnq-NIYa-KshDuBz73Va8Hm6hyBXZ_qw-78Fmwyrg6CD65GBt9_U" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="191" /></span>I rioni di Roma mantengono in gran parte gli antichi confini delle regiones individuati all’epoca dell’imperatore Augusto per migliorare l’amministrazione della città. Monti corrisponde alla terza regio, che era intitolata alle divinità egizie Iside e Serapide, il cui tempio sorgeva sul colle Oppio, nei pressi del Colosseo. La regio includeva parte di ben quattro dei sette colli, Quirinale, Viminale, Esquilino e Celio: da questa caratteristica derivò il nome di Monti affermatosi durante il medioevo. </span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="border: none; clear: right; display: inline-block; float: right; height: 239px; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; overflow: hidden; width: 320px;"><img height="239" src="https://lh4.googleusercontent.com/NiZ0pkuLteYK7gyUZ2J-kt6ZL-5ED26w5lEYaa3WfCj9FeQTnBbtJxNZBGjFuF7wJaFNylen-YKu0SJgFaGWwLBfNhOmYRrh6t3K86Mk5993_cS7iVJfx-4xgy0tIgHcmcF48v9e" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="320" /></span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Passeggiando per i vicoli del rione c’è la possibilità di conoscere la storia della città, dall’antichità all’era moderna. Basta lasciarsi affascinare dagli imponenti ruderi delle Terme di Traiano sul colle Oppio, le più grandiose dell’epoca, e dei Fori imperiali con l’eccezionale muro di fondo del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Foro_di_Augusto" target="_blank">Foro di Augusto</a>, alto ben 30 metri, costruito per proteggere la piazza dai frequenti incendi che distruggevano la Suburra, il quartiere popolare che si estendeva proprio sulle pendici dei colli. La Suburra (da sub-urbe, sobborgo della città) era la zona malfamata, dominata dalle insule che ospitavano locande e lupanari che fecero da sfondo alle notti insonni e viziose dell’imperatrice Valeria Messalina, che qui si prostituiva con gladiatori e marinai usando il nome di Licisca. </span></p><br /><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La splendida salita dei Borgia, con il balconcino rinascimentale da cui il poeta Lord Byron immaginava affacciarsi la bella e pericolosa <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Lucrezia_Borgia" target="_blank">Lucrezia</a>, nasconde la storia crudele della morte del sesto re di Roma, Servio Tullio. Secondo la tradizione, la salita mantiene il tracciato dell’antichissimo Clivus Sceleratus, chiamato così a memoria dell’atto scelerato di Tullia che qui passò più volte con il suo carro sul cadavere del padre, appena ucciso da suo marito Lucio Tarquinio, per sostituirlo sul trono di Roma. Il genero di Servio Tullio divenne così l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, e Tullia l’ultima regina.</span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il rione Monti, più di ogni altro, custodisce le tracce della storia medioevale di Roma, grazie alle antiche chiese e basiliche, e alle affascinanti torri che si incontrano passeggiando nei suoi vicoli. Secondo il Liber Pontificalis a Roma ben 25 basiliche sorgono sopra un “titolo”. Per la Chiesa delle origini, i titoli erano i luoghi in cui i cristiani potevano riunirsi per le loro riunioni e cerimonie, all’insaputa delle autorità pagane. Prendevano il nome dal proprietario dell’edificio, spesso un magazzino o un’aula di una domus, che veniva destinato a tale scopo; finché, con la liberalizzazione delle religioni avvenuta a seguito del celebre editto di Milano del 313 d.C., questi luoghi vennero man mano trasformati nelle chiese che oggi conosciamo. All’interno del rione, le basiliche di San Clemente, Santa Prassede, Santa Pudenziana e dei Santi Silvestro e Martino ai Monti conservano livelli sotterranei che raccontano questa fase paleocristiana. </span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="border: none; clear: left; display: inline-block; float: left; height: 411px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; overflow: hidden; width: 308px;"><img height="384" src="https://lh3.googleusercontent.com/KLupQxcbYXP6htUeGSmKDwXTDcagj7pcxD-aXgAkmM3OzjTPLtHpVfiDMTntp7-MSqV25XhL9QgyKPz1RtDILn9499VULi2rMY8xtSwxHk5qsprDX4X5Polhz_zEWJT7Rx8_hpe_=w288-h384" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="288" /></span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Ma non solo. Una chiesa unica nel suo genere è Sant’Agata dei Goti in via Mazzarino, fondata nel V secolo per volere di un generale romano di origine gota. Flavio Ricimero era però un barbaro cristiano ariano e fondò la prima e unica chiesa di culto ariano di Roma. Ario (256-336) era un monaco e teologo orientale che rifiutava la “consustanzialità col Padre” sostenendo che la natura divina del Figlio fosse inferiore a quella del Padre, perciò le sue parole non potevano essere il Verbo divino. Il suo pensiero fu ritenuto eretico dal <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Concilio_di_Nicea_I" target="_blank">Concilio di Nicea</a> del 325, ma nonostante ciò i suoi seguaci giunsero anche a Roma. La chiesa rimase in funzione sino alla metà del VI secolo. Quando i goti vennero sconfitti dall’esercito bizantino nel corso delle guerre gotiche, la chiesa fu chiusa al culto. Ci pensò papa San Gregorio Magno, nel 592, a riscattarla e consacrarla al cattolicesimo, dedicandola a San Sebastiano e Sant’Agata. Nei secoli fu conosciuta come Sant’Agata de Caballo (si trova sulla salita verso il Colle di Montecavallo, come veniva detto il Quirinale), sino agli anni Venti del Novecento quando Pio XI decise di recuperarne il nome originario.</span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: center;"><img height="234" src="https://lh6.googleusercontent.com/qvSUNwVWZ1ZuzTwVlRmEwT4YPHkoa76_5L6Xu_ux8AG8GVFs6zA3-Te_eHS_LdAWN3J3-XudpDmu_krrZ1zqjG2uiXFZatFrXWN2ljA84cIbdg6CYxpGDE4VlDnUAbGxUYmag3X-" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="312" /> </p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; white-space: pre-wrap;">Le torri sono un’altra delle caratteristiche di Monti. La torre dei Graziani e quella dei Capocci (ancora abitata) dominano il Colle dell'Esquilino, guardando minacciose le torri sottostanti degli Annibaldi e dei Borgia (riutilizzata come campanile della chiesa di San Francesco di Paola). La Torre dei Conti, del Grillo e delle Milizie, fecero parte di un’unica immensa fortezza posta a controllo del Quirinale contro i vicini e nemici Colonna. Sono solo alcune delle circa cinquanta torri che oggi si conservano in tutta la città e che raccontano di quando Roma veniva definita un campo di “spighe di grano” per le sue trecento torri svettanti tra i colli. Furono costruite tra il X e XIV secolo, periodo di lotte continue tra le fazioni guelfe filopapali e quelle ghibelline filoimperiali che si contendevano il potere. Probabilmente ce ne sarebbero molte di più se nel 1254 il Senatore Brancaleone degli Andalò, con l’appoggio del popolo, non avesse deciso di imporre il proprio dominio sulle famiglie baronali abbattendo ben 140 torri, cercando di porre fine alle prepotenze dei nobili.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="border: none; clear: left; display: inline-block; float: left; height: 246px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; overflow: hidden; width: 365px;"><img height="273" src="https://lh5.googleusercontent.com/M5x0R4TzF3kX5mjKBWE6rih4eL4Ufe3K7G4FePnlPKwFOIWf1lum0ldludFqiXJv6U0EgIKB6uABvWPzegU-OY1qReVmTfQNac8HdK1I-prTVb94wycooU5aHYylk1QtjltgnPmY" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="365" /></span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nel corso del medioevo Monti in realtà non era un quartiere vivace, la mancanza di acqua e di manutenzione alle fognature rendevano la zona invivibile per il popolo che si spostò più a valle, nell’area del Campo Marzio. Nel Rinascimento le cose cambiarono. Papa Gregorio XIII portò le condutture dell’Acqua Vergine e fece creare nuove arterie, come l’attuale via Merulana, la scenografica via Panisperna e il corso dè Monti, cioè via dei Serpenti. Il suo successore Sisto V completò il progetto facendo realizzare all’architetto Giacomo Della Porta la fontana di Piazza della Madonna dei Monti (1588), divenuta oggi il cuore del rione insieme alla vicina <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_ai_Monti" target="_blank">Chiesa</a> che ne dà il nome. Sull’altare della chiesa è custodita la miracolosa Madonna dei Monti: nel 1579 degli operai dovettero fermarsi nel picconare un muro per aver sentito una voce di donna che richiamava la loro attenzione. Trovarono così il piccolo affresco della Madonna in trono col Bambino, affiancata da Santi; tra i tanti monticiani che accorsero a vederla ci fu una donna cieca che riacquistò la vista proprio davanti all’icona. La chiesa fu costruita sempre dal Della Porta, nel 1581, per ospitare la Madonna miracolosa e si presenta con la forma tipica delle chiese della Controriforma, a navata unica con cappelle laterali.</span></p><br /><div style="text-align: center;"><img height="231" src="https://lh4.googleusercontent.com/N_E6dEW2NZH7kXhiVHOov0kfqwdFhlnOCvx_ex2B0ERPeeqFc3h-nWbTi-Y9R0uKseClXKLM9hJz_fGZMXZw8Ls5b08wsUZCLRp7lhELdDJixKg8hgr10cq7dcwwhoKWZaZTF3du" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="308" /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Sulla salita del Grillo spicca il seicentesco palazzo della famiglia a cui appartenne l’indimenticabile marchese Onofrio del Grillo celebrato nel film di Monicelli con superbo protagonista Alberto Sordi. Una targa all’ingresso ricorda che qui visse nel secondo dopoguerra il pittore siciliano Renato Guttuso.</span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Altre interessanti targhe si trovano a via Baccina n.32 e via Panisperna n.87. </span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p></span><span><div style="text-align: center;"><img height="239" src="https://lh3.googleusercontent.com/KCzk3uHgLdly7uo95kQIo5SLTkH3xGKLcVU42TPHAEA5LmPg1JQBAAkGxjl7Wpa3fUCpuV5f35KXrPKm90D8C4-TQ6ckQi_orVtz8EwiaokVSQdUGORbn0b0xEl4ItoTDy0iyE93=w318-h239" style="margin-left: -55px; margin-top: -15px;" width="318" /></div><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La prima venne messa nel 1949, a memoria della casa in cui trascorse l’infanzia e l’adolescenza <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Petrolini" target="_blank">Ettore Pretolini</a> (1884-1936), noto attore di avanspettacolo, caricaturista e cantante. Il “roscio de li Monti”, com’era soprannominato, era noto a tutto il rione per le sue marachelle e per i suoi primi spettacoli parrocchiali che lo fecero appassionare all’arte a cui dedicò tutta la sua breve vita. E’ stato il primo a cantare le celebri “Una gita a li Castelli” (“Nannì”) e “Tanto pe cantà”, canzoni che ancora oggi rimandano a una Roma verace e sincera che ben si può respirare tra le strade di Monti. </span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/3S2EZUzT3zs" width="320" youtube-src-id="3S2EZUzT3zs"></iframe></div><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><br /></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="border: none; clear: right; display: inline-block; float: right; height: 193px; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; overflow: hidden; width: 348px;"><img height="451" src="https://lh5.googleusercontent.com/rnqnZWlPMESYMVhOf1GsakRRnocQUUwlPvqmyYTm_RGec2qbJJlUsRUWn9iVv1R9rSq56FrOiX5uDCvr1uvcBEJ1QD3tZjAIUB7gAr9aqMujYNZJKjPRtY73nimxPi-aSj_3G2FC" style="margin-left: -149px; margin-top: -21px;" width="601.9999999999999" /></span><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La seconda targa ricorda l’eccellenza italiana rappresentata da un gruppo di giovanissimi scienziati che, in un elegante palazzetto settecentesco, tenevano esperimenti sul nucleo dell’atomo che portarono a porre le basi sulla conoscenza dell’energia atomica. I ragazzi di Via Panisperna ruotavano intorno alla personalità di Orso Maria Corbini, direttore del Regio Istituto di Fisica dell’Università di Roma, che nel 1926 creò la cattedra di Fisica teorica appositamente per Enrico Fermi. Dal 1929 al 1938 Fermi insegnò a un gruppo composto dalle eccelse menti di Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo, il chimico Oscar D'Agostino ed Ettore Majorana. Il ‘38 fu l’anno che pose fine ai loro esperimenti a causa della morte di Corbini e della promulgazione delle leggi razziali: Fermi partì per Stoccolma per ricevere il Nobel per la Fisica e non fece più ritorno in Italia, preferendo trasferirsi a New York con la moglie di origine ebraica, e così fecero anche gli altri membri del gruppo che continuarono le loro ricerche in altri paesi. La fine più misteriosa e tragica fu quella di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Majorana" target="_blank">Ettore Majorana</a>, l’unico a scegliere di rimanere in Italia, andando a insegnare all’università di Napoli: appariva stanco e stressato, così gli amici gli suggerirono un viaggio nella sua Palermo, dove scomparve nel nulla il 26 marzo 1938 a soli 31 anni.</span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></p><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: center;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="border: none; display: inline-block; height: 322px; overflow: hidden; width: 494px;"><img height="322" src="https://lh6.googleusercontent.com/k_kK4vPmmkcOeffWwTuGSd2ez5zD4rHxoi3dR69qb5Uh3RBfQ1FDesqzRZVaXCaMrlsRZ3P113AediGou_kG512PUSUhz_kQULxdddHoYpU-3TEs0VNdQE-WFuIIgV_9ID8RkFaF" style="margin-left: 0px; margin-top: 0px;" width="494" /></span></span></p><br /><p dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </span></p><div><span style="font-family: Arial; font-size: 11pt; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div></span><div><br /></div>Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0Rione I Monti, Roma RM, Italia41.8947077 12.492522613.584473863821152 -22.6637274 70.204941536178836 47.6487726tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-23241511981284768692020-05-29T02:23:00.000-07:002020-05-29T02:27:07.224-07:00Il volto di marmo di Piazza Navona<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Piazza Navona è sicuramente uno dei luoghi più ricchi di storia della città.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD739DoSRk9vrl5ENkNSnLhyphenhyphenrisxqWSevOuTRnfBkIPE9uyfa1w8iXCIPh2PecrkIo4C4nj8O2lyrtiv2bexV2Nd9RE-JnUKAbf_ldxRl8RMVnfRTkLbGpUoHsHn1_sYMwluM275tBHR0/s1600/20200527_140504.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD739DoSRk9vrl5ENkNSnLhyphenhyphenrisxqWSevOuTRnfBkIPE9uyfa1w8iXCIPh2PecrkIo4C4nj8O2lyrtiv2bexV2Nd9RE-JnUKAbf_ldxRl8RMVnfRTkLbGpUoHsHn1_sYMwluM275tBHR0/s320/20200527_140504.jpg" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua forma deriva dallo Stadio che l’imperatore Domiziano inaugurò nell’86 d. C. per lo svolgimento dei <i>Certamen Capitolinum Iovi</i>, ovvero le gare di atletica importate dalla Grecia e dedicate a Giove Capitolino. Dopo l’abbandono, nel Medioevo, divenne il Campo agonalis, mantenendo traccia della sua funzione originaria proprio nel nome (agonalis deriva da agone, termine che in Grecia significava proprio gara). Questa sua origine si conserva ancora oggi nella Chiesa di Sant’Agnese in Agone, dalla cui storpiatura, nel tempo, derivò la stessa parola Navona.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La piazza si presenta bellissima con le opere barocche di Bernini e Borromini, le fontane e i palazzi. Sicuramente c’è tanto da ammirare...ma avete mai notato una testa di marmo murata al primo piano di Palazzo De Cupis, proprio sopra l’insegna del ristorante Tre scalini? Si tratta di un piccolo dettaglio rispetto alla ricchezza della piazza, ma ci racconta una storia estremamente interessante.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dobbiamo tornare indietro nel tempo a quando venne eletto al soglio pontificio il cardinale marchigiano <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/sisto-v-papa/" target="_blank">Felice Peretti</a> (1521-1590), papa Sisto V, nel 1585.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxK7S5EL5b_C03YZr9nn2XX9MEvwB2uET_Fpiuah9YCwTRBEfyebiHpJNJ_LSVs7vI8HhQM7S3Bq5V9NNg5CsRP8LdEemL5oBagqjKrsGRo-IWT3OnmyI5sQnR7AyWHi6DpuHQa59hyzA/s1600/Sisto_V_Papa.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="515" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxK7S5EL5b_C03YZr9nn2XX9MEvwB2uET_Fpiuah9YCwTRBEfyebiHpJNJ_LSVs7vI8HhQM7S3Bq5V9NNg5CsRP8LdEemL5oBagqjKrsGRo-IWT3OnmyI5sQnR7AyWHi6DpuHQa59hyzA/s320/Sisto_V_Papa.jpg" width="248" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nonostante abbia governato solo per cinque anni, è tra i papi più ricordati in città per il suo esser stato un riformatore, un abile finanziere, ma soprattutto un uomo di ferro votato al potere assoluto, tanto da esser soprannominato “er papa tosto”. Da cardinale era stato nominato inquisitore a Venezia nel 1557 da Paolo IV: quando il papa morì e il successore Pio IV gli rinnovò la carica, fu rifiutato sia dai francescani, ordine a cui apparteneva, sia dal governo veneziano a causa della sua nota severità. Si trasferì a Roma, dove ebbe il ruolo di Consultore Teologo dell’Inquisizione oltre che insegnante di Teologia presso l’Università. Ebbe un periodo di difficoltà durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni a causa di screzi con la sua famiglia, tant’è che rimase senza ruoli ufficiali e fu anche privato dell’assegno per i cardinali “poveri” che ammontava a 1.200 scudi annui. Al momento della morte di papa Boncompagni, però, non si fece trovare impreparato. Leggenda vuole che si presentò al Conclave curvo su un bastone e con un aspetto stanco e malandato, così da sembrare un povero vecchio facilmente malleabile. In realtà il Peretti o Montalto (veniva anche chiamato così per il suo paese di origine) aveva preso accordi con i due cardinali più influenti del collegio, Luigi d’Este e Ferdinando de Medici, per farsi eleggere. Fu così che all’età di 64 anni, il 24 aprile del 1585 divenne Sisto V. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il suo fu un pontificato breve ma intenso; teneva molto alla giustizia e alla sicurezza, e introdusse nuove tasse per rimpinguare le casse e attuare un ammodernamento della città. Fu con lui che vennero recuperati e sistemati gli obelischi di Piazza San Pietro, Piazza del Popolo e del Laterano, fece aprire la via Sistina e costruire un acquedotto che da lui prende il nome di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fontana_dell%27Acqua_Felice" target="_blank">Acqua Felice</a>. Insieme all’acquedotto vennero realizzate fontane, come quella del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fontana_dell%27Acqua_Felice#/media/File:Fontana_dell'Acqua_Felice,_statue_of_Moses.jpg" target="_blank">Mosè</a> in Largo Santa Susanna, nota per la bruttezza della statua!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua severità non piaceva ai romani, e soprattutto odiavano le tasse, come quella sul vino. Periodicamente i papi aggiungevano questa gabella su uno dei generi di maggior consumo, giustificandone l’introduzione al fine di evitare che il popolo ne facesse troppo uso, ritenendo il vino pericoloso soprattutto per l’ordine pubblico. Gli osti, in particolare, odiavano ulteriormente Sisto V perchè li aveva obbligati a pagare una piccola tassa per ogni “fojetta” (misura che corrisponde a mezzo litro) venduta e ad utilizzare brocche di vetro con il sigillo della Camera Apostolica al posto delle solite di coccio o ferro, cosicché i clienti potessero vedere bene la quantità di vino che gli veniva servita e che non fosse stato allungato con l’acqua.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il papa era a conoscenza dell’antipatia che il popolo nutriva nei suoi confronti, e, secondo la leggenda, era lui stesso ad andare in giro a sondare l’opinione pubblica, travestendosi da straniero. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_2CTfLQ5M3hGWB6u2-3qwHb4rvDmAdvvKa2AuiOmzQIlh2eIA75EoJQhabrzWlzESTBuCu3GvYEbC7rRJQ3d-NCO2wZjc-R0p-ajLwZXqqm4DaWTw2gLoz4wibaoXMyYXYR0qz-Xy4zc/s1600/20200527_140826.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1530" data-original-width="1600" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_2CTfLQ5M3hGWB6u2-3qwHb4rvDmAdvvKa2AuiOmzQIlh2eIA75EoJQhabrzWlzESTBuCu3GvYEbC7rRJQ3d-NCO2wZjc-R0p-ajLwZXqqm4DaWTw2gLoz4wibaoXMyYXYR0qz-Xy4zc/s320/20200527_140826.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fu in una delle sue uscite che arrivò a Piazza Navona e, dopo aver parlato con uno stalliere e un caldarrostaio che non si sbottonarono alle sue domande, decise di entrare in una osteria, proprio lì dove oggi c’è il ristorante. Seduto al bancone, chiedeva all’oste di portargli “mezza fojetta” di vino che, prontamente e di nascosto, svuotava in una fiaschetta che aveva con sè, così da poterne ordinare un’altra e ancora un’altra. L’oste infastidito dal dover andare in cantina più volte per una piccola quantità, iniziò a borbottare e a maledire a gran voce Sisto V che aveva introdotto queste nuove regole. Alle parole dello straniero che, invece, difendeva il papa e le belle opere da lui fatte, l’oste si inferocì ancora di più e allontanò in malo modo l’uomo dalla sua locanda. E’ evidente che non si fosse accorto di avere il papa di fronte a lui!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il giorno dopo, quando andò ad aprire l’osteria, trovò le guardie che montavano il patibolo proprio lì davanti. Pensò che quella sarebbe stata una giornata proficua per i suoi incassi, visto che ci sarebbe stata un’esecuzione e tanta gente sarebbe arrivata ad assistere. Così iniziò a sistemare tavoli e sedie per poter accogliere più clienti possibili. Immaginate il suo stupore quando le guardie gli si avvicinarono per prelevarlo e condurlo al patibolo! Domandò il perchè, ma gli venne risposto di chiedere al papa “che era stato da lui la sera prima”! Nessuno potè fare nulla, Sisto V aveva deciso di condannarlo per le brutte parole che gli aveva sentito dire sul suo conto. Fu decapitato e la sua testa rimase impalata davanti la locanda per tre giorni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La piccola testa di marmo sul palazzo fu voluta dagli altri bottegai della piazza, per ricordare il loro amico, ma soprattutto per ricordare a loro stessi di non parlar mai male di Sisto V davanti a nessuno!</span></div>
<br />Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com1Piazza Navona, 00186 Roma RM, Italia41.8991633 12.473074216.377128799999998 -28.8355198 67.4211978 53.7816682tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-6970743593843980672020-05-17T09:12:00.000-07:002020-05-25T03:31:44.316-07:00Il misterioso volto di marmo<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMo_wXXwAGm40xX8luC0JNlLAzwB6rU1KHisxQZGX04plYw5uN-r1YW6aVIr0tIWh8rGubf0m3p3GNa3x8WJZV9ZQQ8Scdpp402sKhhGAeHxc6OaBCv_hntNoa7_q5xcMAN5ayyf3M494/s1600/Roma_-_Chiesa_dei_Santi_Vincenzo_e_Anastasio_a_Trevi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMo_wXXwAGm40xX8luC0JNlLAzwB6rU1KHisxQZGX04plYw5uN-r1YW6aVIr0tIWh8rGubf0m3p3GNa3x8WJZV9ZQQ8Scdpp402sKhhGAeHxc6OaBCv_hntNoa7_q5xcMAN5ayyf3M494/s200/Roma_-_Chiesa_dei_Santi_Vincenzo_e_Anastasio_a_Trevi.jpg" width="150" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quando si arriva a Piazza di Trevi il nostro sguardo viene
irrimediabilmente catturato dall’imponente bellezza della fontana, la più
grande di Roma nonché la più famosa del mondo. In pochi si guardano intorno ma
all’osservatore più attento non sfuggirà, sul lato opposto della piccola
piazza, la ricca facciata barocca della chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio.
Oltre alle 18 colonne che valsero alla chiesa l’appellativo di “canneto”, una
singolare particolarità è rappresentata del bel busto femminile al di sopra del
portale. Non si tratta di un angelo e neppure di una santa, è davvero un caso
unico per una chiesa di Roma. Chi è dunque questa donna che da secoli ci guarda
dall’alto?
</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La grande iscrizione ci informa
che la chiesa venne completamente riedificata per volere del celebre cardinale
Giulio <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Mazzarino, Primo Ministro di
Francia. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQiA0gNrRelSlMsYKayouV77PK09FcFi1cAVAr-zD92Jp2fjOPQTYCLr-QOhiCnxTyvRNBhkszMyfNZpkiC6oXWRZBVhBW7JPurMqCg5snuWQZNhSn6zWdZ6Qjk_u3XM74158zg18Tu3k/s1600/IMG_20200521_160929.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQiA0gNrRelSlMsYKayouV77PK09FcFi1cAVAr-zD92Jp2fjOPQTYCLr-QOhiCnxTyvRNBhkszMyfNZpkiC6oXWRZBVhBW7JPurMqCg5snuWQZNhSn6zWdZ6Qjk_u3XM74158zg18Tu3k/s320/IMG_20200521_160929.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dalla figura del celebre committente nasce una suggestiva
interpretazione: il sensuale busto femminile non sarebbe altro che il ritratto
di una delle sue nipoti, Ortensia Mancini, una delle donne più belle e
scandalose del Seicento.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ortensia era la quarta delle
cinque sorelle Mancini, figlia del barone Lorenzo Mancini e di Geronima Mazzarino,
sorella del Cardinale Giulio, uno degli uomini più potenti di Francia.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla morte del marito Geronima
pensò bene di trasferirsi a Parigi per sfruttare l’influenza del fratello e
assicurare alle cinque figlie prestigiosi matrimoni. Le sorelle Mancini erano
celebri per la loro bellezza e, insieme alle cugine Martinozzi, erano note a
corte come le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mazarinettes</i>. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAfedo6Yq48xwwg9PlkepC3ed1quP4W4sSEaB00RMPO6gth8THDLswzs8xIFRaE7YmFN5b_KxkPy__Ba5gdPXuWMFg-FpkMAPqnaJ5_JlOXWTkYtWi9PNl-E1jnwYM541uiVXEsiO7omM/s1600/Jacob_Ferdinand_Voet_-_Portrait_of_Ortensia_Mancini.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1283" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAfedo6Yq48xwwg9PlkepC3ed1quP4W4sSEaB00RMPO6gth8THDLswzs8xIFRaE7YmFN5b_KxkPy__Ba5gdPXuWMFg-FpkMAPqnaJ5_JlOXWTkYtWi9PNl-E1jnwYM541uiVXEsiO7omM/s320/Jacob_Ferdinand_Voet_-_Portrait_of_Ortensia_Mancini.jpg" width="256" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La sua avventurosa vita fu da lei stessa raccontata in
un’autobiografia: corteggiata giovanissima dai più nobili uomini d’Europa, fu
notata dal re Luigi XIV ma il legame amoroso fu interrotto dal tempestivo intervento
dello zio cardinale. Dopo aver rifiutato eccellenti proposte di matrimonio, per
Ortensia fu scelto come marito Armand Charles de La Porte de La Meilleraye.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fervente cattolico e <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>patologicamente geloso, costrinse la bella
moglie a una vita di isolamento, lontana dalla tanto amata mondanità della
corte francese. Nonostante il matrimonio infelice la coppia ebbe cinque figli
ma, la notte del 13 giugno 1668, Ortensia riuscì a fuggire in Italia raggiungendo
l’amata sorella Maria, principessa Colonna.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Libera da quell’infelice vincolo,
iniziò una nuova vita di amori ed eccentricità: amava infatti indossare abiti
maschili mostrando sfacciatamente la sua bisessualità. Fu l’amante del re Carlo
II d’Inghilterra, del duca Carlo Emanuele II di Savoia, del principe Louis
Grimaldi e di molte nobildonne inglesi.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In Italia però il suo eccentrico
modo di vivere le creò seri problemi: venne cacciata infatti da palazzo Colonna
per aver intrecciato un’intima relazione con il proprio scudiero. Venne quindi
ospitata da sua zia, Laura Martinozzi, che le impose una vita più riservata ma
il soggiorno terminò con un brusco litigio. Poiché il suo stile di vita
screditava l’immagine dell’intera famiglia in tutta Europa, si decise di
rinchiuderla in un monastero in Campo Marzio dal quale riuscì a uscire solo
grazie all’appoggio del pontefice. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo un breve soggiorno parigino,
dove ebbe come amanti il conte di Marsan e suo fratello Philippe, ritornò
nuovamente a Roma dove collaborò attivamente alla fuga di sua sorella Maria. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Venuta a conoscenza che il marito
era sulle sue tracce e temendo di essere catturata, Ortensia trovò protezione
in Savoia, grazie ai favori del duca Carlo Emanuele II. Fu durante questo
tranquillo periodo della sua vita che Ortensia pubblicò le sue famose memorie.
Il suo scopo fu quello di riaccreditare la propria immagine, non raccontando
dei suoi amanti, ma mostrandosi al mondo come una donna ingenua costretta<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al matrimonio per scopi politici.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla morte del duca iniziò una
nuova vita per Ortensia: viaggiò per l’Europa arrivando infine a Londra alla
corte del suo vecchio spasimante, il re Carlo II. La sua bellezza non passò
certo inosservata, oltre ad essere l’amante del re intrecciò una relazione con
Louis Grimaldi, principe di Monaco, e con il suo proprio nipote, Filippo,
figlio della sorella Olimpia. Il loro amore fece scandalo e terminò
tragicamente quando Filippo, geloso dei numerosi amanti della zia, sfidò a duello
in barone Banier uccidendolo. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo una vita di eccessi, amanti
e gioco d’azzardo Ortensia si ammalò e, l’11 giugno 1699 la duchessa morì,
secondo alcuni suicidandosi bevendo smodate quantità di forti alcolici.</span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tutta questa vita racchiusa in un
busto di marmo in una piazza di Roma, questa è la magia della nostra città.</span></div>
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<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span id="docs-internal-guid-603cc655-7fff-dcca-2d17-21e8e9e068e6"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quando Caravaggio arrivò a Roma intorno al 1592, era solo un giovane pittore in cerca di fortuna nella capitale della cristianità. Si avvicinava il giubileo del 1600 e tanti erano i cantieri aperti e le possibilità di lavoro. Tra i cantieri da portare a termine c’era anche la chiesa di San Luigi dei Francesi. </span></span></div>
<span id="docs-internal-guid-603cc655-7fff-dcca-2d17-21e8e9e068e6"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span id="docs-internal-guid-603cc655-7fff-dcca-2d17-21e8e9e068e6"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoV9s9BSufgykQUG4v7NqoeBr-VieyInVoRZFq0VsPxhCeFHQ9wfKa6CvQe1NeyZ7iPqJ0xsY8BqjsLTy4Kf9rrGWL5sPkLJebqc6-rDvHlpUdvDcGnkK8FktkvvtUSBA3XV5Kz6muMUE/s1600/20180916_185417.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoV9s9BSufgykQUG4v7NqoeBr-VieyInVoRZFq0VsPxhCeFHQ9wfKa6CvQe1NeyZ7iPqJ0xsY8BqjsLTy4Kf9rrGWL5sPkLJebqc6-rDvHlpUdvDcGnkK8FktkvvtUSBA3XV5Kz6muMUE/s320/20180916_185417.jpg" width="180" /></span></a></span></div>
<span id="docs-internal-guid-603cc655-7fff-dcca-2d17-21e8e9e068e6">
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Nonostante fosse stata consacrata nel 1589, non tutti i proprietari avevano terminato le loro cappelle come nel caso del cardinale francese Mathieu Cointrel.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Cointrel, italianizzato come Matteo Contarelli, era stato un grande mecenate; aveva finanziato la costruzione della stessa chiesa e comprato una cappella per sé stesso. Tanti erano però i dubbi sulla provenienza della sua ricchezza, viste le origini umili della sua famiglia. Quando Contarelli morì nel 1585, papa Sisto V fece aprire un’inchiesta e scoprì che il cardinale, a capo della Dataria apostolica, aveva utilizzato in maniera piuttosto disinvolta il denaro che gestiva. Fu un vero e proprio scandalo, messo a tacere due mesi dopo dal papa stesso che, probabilmente, non volle inimicarsi ulteriormente l’ambasciatore francese.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Contarelli aveva lasciato, nel testamento, indicazioni ben precise sulla decorazione della cappella e sull’uso del suo denaro, ma gli esecutori testamentari e il pittore <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Cavalier_d%27Arpino" target="_blank">Giuseppe Cesari</a> (subentrato a Girolamo Muziano nel 1591) sembravano presi da altri interessi e il lavoro languiva. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Si arrivò al 1599 e nella cappella c’erano ancora le impalcature e le pareti vuote, così i prelati francesi iniziarono a premere per avere la chiesa completa per il Giubileo dell’anno successivo. Cesari era troppo occupato con il lavoro nella Basilica di San Pietro, perciò si cercò un altro artista in grado di completare le decorazioni mancanti in poco tempo. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il cardinale Francesco Maria del Monte, potente ambasciatore del Granducato di Toscana, residente nel vicino palazzo Madama e amico di Virgilio Crescenzi, l’erede di Contarelli, propose il suo protetto, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Caravaggio" target="_blank">Michelangelo Merisi da Caravaggio</a>. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJQmJKocdt65BrUYtTa7tqsj6-ZWVMoaiWKWZApICA51Ahyphenhyphen1rxvGYxEzUnQmZAdSZqNHoO9NoSnf8AF-O0TzYOPTb9q3QaT1qcpZ4Zv4DFpxOGoPf_unjf3DZ8A9V1SNhLZ87uNoIFao8/s1600/Bild-Ottavio_Leoni%252C_Caravaggio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1583" data-original-width="1192" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJQmJKocdt65BrUYtTa7tqsj6-ZWVMoaiWKWZApICA51Ahyphenhyphen1rxvGYxEzUnQmZAdSZqNHoO9NoSnf8AF-O0TzYOPTb9q3QaT1qcpZ4Zv4DFpxOGoPf_unjf3DZ8A9V1SNhLZ87uNoIFao8/s320/Bild-Ottavio_Leoni%252C_Caravaggio.jpg" width="240" /></span></a></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Fu un’occasione da non perdere. Caravaggio si mise subito al lavoro, aveva a disposizione meno di cinque mesi per realizzare due dipinti!</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">In più, per la prima volta si trovò a dipingere tele di grandi dimensioni e le difficoltà non mancarono. Le indagini radiografiche sulla prima tela dipinta,<i> Il Martirio di San Matteo</i>, hanno mostrato almeno tre ripensamenti della composizione. Nella prima versione, più classica e legata al manierismo, sul fondo c’era il prospetto di un tempio e il soldato era in primo piano quasi a coprire la figura del Santo nel momento dell’uccisione. Nella seconda, i gesti dei personaggi erano più netti e forti. La terza versione è quella che vediamo e che nasconde le altre. Di Caravaggio infatti non si conoscono disegni, lavorava direttamente sulla tela: sulla preparazione tracciava dei segni con la parte dura del pennello per definire le posizioni dei personaggi e quindi li dipingeva, partendo da una base chiara che man mano scuriva. Un metodo sicuramente unico e rivoluzionario per l’epoca!</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Secondo la tradizione, San Matteo venne martirizzato mentre diceva messa, così Caravaggio lascia sul fondo l’altare, lo veste con i paramenti liturgici e lo sdraia sul bordo di una fonte battesimale, mentre alza il braccio destro per raggiungere la palma che gli viene concessa dall’angelo che per lui si “affaccia” dai cieli, sporgendosi da una corposa nuvola. Il gesto di San Matteo è bloccato dal suo aguzzino coperto solo con un panno sulle parti intime, così come i suoi aiutanti dai corpi ben torniti, per i quali Caravaggio guardò al Michelangelo della volta della Cappella Sistina. Intorno si dispiegano altri personaggi, fedeli presenti alla celebrazione, ma solo un ragazzo fugge spaventato; tutti gli altri assistono all’evento con i loro bei abiti, precisamente dipinti. L’uso di rendere contemporanee scene antiche con l’espediente degli abiti moderni, era molto diffuso e serviva a rendere le immagini più comprensibili ai fedeli che riuscivano a immedesimarsi meglio nel dolore vissuto dai martiri. Ma bisognava fare attenzione. Al tempo della Controriforma, anche l’abbigliamento era soggetto a regole severe, aveva un significato, come l’appartenenza a una precisa fazione politica (tendenzialmente francese o spagnola), perciò Caravaggio dovette pensare che era meglio vestire gli aguzzini “all’antica”.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Sul fondo, il volto di un giovane emerge dal buio e ci guarda dritto negli occhi: è l’autoritratto dell’artista che ci richiama alla nostra responsabilità, ad osservare la tragica morte/esempio di un martire. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjscGQwlLu4qoISEuYxHJkaRpSQ8-2ZezuTVBNOnOWuVACfqfPMpyb8iAvWjrpxLcjjU4QmPCVgCNIW6IpmmLei_gH0Uf-37rOeWsOs7kpy7Fc4JyIgOf1HGpb_jjAUWWQ03IHXyiLU55M/s1600/Martirio-di-San-Matteo-Caravaggio-analisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1406" data-original-width="1600" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjscGQwlLu4qoISEuYxHJkaRpSQ8-2ZezuTVBNOnOWuVACfqfPMpyb8iAvWjrpxLcjjU4QmPCVgCNIW6IpmmLei_gH0Uf-37rOeWsOs7kpy7Fc4JyIgOf1HGpb_jjAUWWQ03IHXyiLU55M/s320/Martirio-di-San-Matteo-Caravaggio-analisi.jpg" width="320" /></span></a></div>
</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Il secondo dipinto è <i>La Vocazione di San Matteo</i>. In una stanza anonima un gruppo di uomini siede intorno a un tavolo, intenti a contare le monete raccolte durante la giornata da esattori delle tasse. Un giovane e un anziano siedono a sinistra e continuano nella loro occupazione, mentre gli altri sono stati distratti dall’ingresso di due “estranei”. A destra, entrano in scena San Pietro e Gesù, abbigliati come due pellegrini, che rivolgono la loro attenzione all’uomo con la lunga barba, indicandolo. Quel gesto viene ripetuto dallo stesso Matteo che lo rivolge verso se stesso: non è un gesto qualsiasi, ma si tratta di un altro omaggio a Michelangelo e alla famosa scena della <i><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Creazione_di_Adamo" target="_blank">Creazione dell’Uomo</a></i>, con la mano di Adamo che cerca di avvicinarsi a Dio. Anche in questo caso è nascosto un ripensamento: San Pietro è stato dipinto in un secondo momento per coprire la figura di Gesù, così da rendere l’immagine meno immediata e costringere lo spettatore ad addentrarsi nel dipinto, ad osservare bene sguardi e movimenti per comprendere appieno i vari ruoli.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Accanto a Matteo un giovane guarda strafottente i due “estranei”: ha il volto di Mario Minniti, un artista amico di Caravaggio e più volte usato come modello. Il giovane che siede di fronte, invece, si volta di scatto spaventato, con la mano sinistra pronta a sguainare la spada per difendere l’incasso della giornata. Sembra una scena di genere piuttosto che un dipinto sacro! Una di quelle scene che spesso finivano in rissa nelle locande frequentate dall’artista. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Caravaggio aveva un carattere ombroso e iracondo, andava in giro armato, era sempre pronto a difendersi o a colpire in caso di qualche sgarbo, come testimoniano i verbali di polizia degli anni del soggiorno romano.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYUQbY_GYB25OhHsV8DQirBayQ3_FPBRIfzu5gF3fe7kbcrrzkqO0agj5AFS7Olfs13vwL1DNO-BoBTb9dnPt9DtIzWMujmlBGfPr9LylOZ086I84PAzizQIS6U8No3Q97p3B9eUYSSS8/s1600/Caravaggio_vocazione_san_matteo-1287x1200.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1287" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYUQbY_GYB25OhHsV8DQirBayQ3_FPBRIfzu5gF3fe7kbcrrzkqO0agj5AFS7Olfs13vwL1DNO-BoBTb9dnPt9DtIzWMujmlBGfPr9LylOZ086I84PAzizQIS6U8No3Q97p3B9eUYSSS8/s320/Caravaggio_vocazione_san_matteo-1287x1200.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’ultima opera della Cappella Contarelli, venne commissionata solo nel 1602. Secondo le volontà del cardinale, sull’altare fu inizialmente collocata una statua di San Matteo realizzata dallo scultore fiammingo <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/jacob-cornelisz-cobaert_(Dizionario-Biografico)/" target="_blank">Jacob Cobaert</a>. Nel 1602 la scultura era ancora incompleta, priva dell’angelo (fu aggiunto in seguito da Pompeo Ferrucci). Il Crescenzi decise allora di modificare il progetto. La statua fu portata nella chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini e chiese a Caravaggio di realizzare una tela. </span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Quando il <i>San Matteo con l’Angelo</i> venne collocato al suo posto, sull’altare della Cappella, la congregazione di San Luigi gridò allo scandalo: San Matteo sedeva con le gambe accavallate mostrando in primo piano il piede nudo e sporco, con l’angelo che gli teneva la mano indirizzandolo nella scrittura del Vangelo. L’immagine fu considerata troppo cruda e umile; l’Evangelista era troppo simile a un rozzo pellegrino analfabeta. Così Caravaggio fu costretto a realizzare una seconda versione in cui il Santo ha l’aspetto di un filosofo e si volta verso il bellissimo Angelo, ancora in volo, che gli detta le Scritture gesticolando, secondo i modi dell’ars retorica. San Matteo è in piedi ma poggia il ginocchio su uno sgabello in bilico sul bordo del dipinto, dando un tocco di spontaneità. Questo secondo dipinto fu ben accolto, mentre l’altro fu venduto e finì nella collezione del marchese Vincenzo Giustiniani, dirimpettaio del Del Monte. Nel 1815, gli eredi vendettero l’opera al Kaiser Museum di Berlino, dove finì perduto per sempre a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.</span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJnTkqDKnP8dAnhPQW-unjGysrDAspNGw0jZ4ge40v9KmrWHaOyHYrNqaj4j0k5dN6AGur16EZoadsN122ePzeGXHbNR6k7d3oMuUFUCSaHKGIJtrjGzJLcnYh1pZ5ggJTv-zGwAdoCY/s1600/da-giotto-a-caravaggio-testimonianze-di-fede-nellarte-48-638+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="270" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqJnTkqDKnP8dAnhPQW-unjGysrDAspNGw0jZ4ge40v9KmrWHaOyHYrNqaj4j0k5dN6AGur16EZoadsN122ePzeGXHbNR6k7d3oMuUFUCSaHKGIJtrjGzJLcnYh1pZ5ggJTv-zGwAdoCY/s320/da-giotto-a-caravaggio-testimonianze-di-fede-nellarte-48-638+%25282%2529.jpg" width="244" /></a></div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXhG7Lu8T_G8I8tkzFmlzqdPIAERttwS2m94Ydz-eY9Nf6fRYLOqgyNGIEfHuH0BhfR_K9ehM6E3pdvXt6M3DFQpWfKlXMibzjZSNdMwhCGGw_fmYtVlY-91EnReyBKmapu6KfnrceybQ/s1600/300px-Michelangelo_Caravaggio_045.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="469" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXhG7Lu8T_G8I8tkzFmlzqdPIAERttwS2m94Ydz-eY9Nf6fRYLOqgyNGIEfHuH0BhfR_K9ehM6E3pdvXt6M3DFQpWfKlXMibzjZSNdMwhCGGw_fmYtVlY-91EnReyBKmapu6KfnrceybQ/s320/300px-Michelangelo_Caravaggio_045.jpg" width="204" /></a></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">C’è una caratteristica che accomuna queste opere ed è l’uso della luce. Caravaggio studiò l’illuminazione reale della cappella, che avviene per mezzo di una grande finestra sulla parete dell’altare. Risulta comunque poco illuminata a causa dell’incombenza dell’imponente Palazzo Madama all’esterno. Il pittore considerò questo dettaglio e fece in modo che la luce nei suoi dipinti provenisse da quella finestra, come fosse un raggio divino. Una luce protagonista, significativa, calda e avvolgente, che colpisce i dettagli più importanti, come il gesto dell’aguzzino nel <i>Martirio</i> e i volti e le mani dei Santi nella <i>Vocazione</i>, lasciando il resto nella penombra. Fu questa la grande rivoluzione dell’artista milanese: sfondi neutri e forti contrasti luminosi che drammatizzano la scena e consentono di concentrare l’attenzione su pochi elementi descritti realisticamente. </span><br />
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
<div dir="ltr" style="line-height: 1.38; margin-bottom: 0pt; margin-top: 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">La Cappella Contarelli fu la rampa di lancio della carriera di Caravaggio. Da quel momento la pittura non fu più la stessa e lui divenne uno dei pittori più richiesti e più imitati della sua epoca.</span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial"; font-size: 11pt; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></div>
Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0Piazza di S. Luigi de' Francesi, 00186 Roma RM, Italia41.899581 12.474540516.377546499999998 -28.8340535 67.4216155 53.7831345tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-33673172896975939482020-05-02T02:14:00.001-07:002020-05-02T02:23:19.638-07:00Le Statue Parlanti di Roma<div>
<br /></div>
Uno dei caratteri distintivi del popolo di Roma è da sempre quello di avere la battuta pronta, in modo simpatico ma anche spiccatamente critico nei confronti del potere centrale.<br />
<br />
Avete mai sentito parlare di Pasquino e Marforio? Oppure della celebre Madama Lucrezia di piazza Venezia? Ecco a voi la “Congrega degli arguti”! Oltre ai suddetti ci sono il Babuino e i poco conosciuti Abate Luigi e Facchino.<br />
<br />
La storia di queste statue “parlanti” inizia intorno al ‘400, quando già da secoli le classi dominanti, in primis il papa, imponevano con arroganza e corruzione leggi troppo spesso fatte ad hoc per i propri interessi. <br />
<br />
Come fare a denunciare questi soprusi senza incorrere nelle ire del potente di turno? Affiggere cartelli satirici rigorosamente anonimi sulle statue poste in punti strategici della città, in modo da poter essere letti da più persone prima di essere rimossi dalle autorità! Ecco così che si forma la cosiddetta Congrega degli Arguti, che vedeva spesso dialogare, con divertenti botta e risposta, Pasquino e Marforio. In piena epoca napoleonica apparve una delle più famose pasquinate di sempre, che vide protagoniste le due statue appena citate: <i>a Pasqui ma è vero che sti francesi so tutti ladri? No Marfò, tutti no, ma Bona-Parte!</i><br />
<br />
Ma chi sono i protagonisti di questa Congrega? Iniziamo a scoprire la figura di Pasquino, l’unico dei sei che ancora “parla” con continuità. <br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZ8OSX-zyzuApHxyblfALXJ0ZKfBsbrVzVmPtT5OAiC4Hl-creYsuieF06ImR2NMnS4bObRCDoqm1Dx7KTVFPpXzsuHlPJJYQlM4RfKWdxCmDxV2rv6xD9bRp_xzbFvP_r_OKT6iLwzM/s1600/04EAD2EF-942E-4C9F-8986-C11BB07C7119.jpeg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqZ8OSX-zyzuApHxyblfALXJ0ZKfBsbrVzVmPtT5OAiC4Hl-creYsuieF06ImR2NMnS4bObRCDoqm1Dx7KTVFPpXzsuHlPJJYQlM4RfKWdxCmDxV2rv6xD9bRp_xzbFvP_r_OKT6iLwzM/s320/04EAD2EF-942E-4C9F-8986-C11BB07C7119.jpeg" /></a></div>
<br />
Ritrovata all’inizio del ‘500 durante gli scavi per la pavimentazione stradale e la ristrutturazione di Palazzo Orsini (oggi palazzo Braschi, sede del Museo di Roma), la statua quasi sicuramente faceva parte della spettacolare decorazione dello stadio di Domiziano, oggi coperto da piazza Navona. Per volere di Oliviero Carafa, che si sarebbe stabilito in palazzo Orsini, la statua, seppur in cattivo stato di conservazione, fu sistemata nell’angolo dove ancora si trova oggi.<br />
<br />
Grazie alla sua posizione la statua iniziò in breve tempo a “parlare”: nottetempo le venivano appesi al collo fogli con versi satirici volti a colpire i potenti, prontamente rimossi al mattino, quando ormai erano già di dominio pubblico. Ma perché la statua fu chiamata Pasquino? Ci sono varie ipotesi. La prima è che sia stata ritrovata nei pressi di un barbiere chiamato, appunto, Pasquino; secondo altri il nome deriverebbe dallo sfottò di alcuni alunni nei confronti del loro maestro, reo di essere incredibilmente somigliante alla statua; potrebbe anche essere il nome di un oste. Poco importa, l’importante è che da quel momento in poi la vita di Roma e dei suoi potenti fu scandita dalle pasquinate, temute dai personaggi più in vista e adorate dal popolino.<br />
<br />
Anche il celebre Trilussa dedicò a Pasquino un sonetto:<br />
<br />
<i>«Povero mutilato dar Destino, come te sei ridotto!»<br />diceva un Cane che passava sotto ar torso de Pasquino <br /><br />«Te n’hanno date de sassate in faccia!<br />Hai perso l’occhi, er naso… E che te resta? un avanzo de testa su un corpo senza gambe e senza braccia! Nun te se vede che la bocca sola con una smorfia quasi strafottente…»<br /><br />Pasquino barbottò: </i><br />
<div>
<i>«Segno evidente che nun ha detto l’urtima parola»</i><br />
<br />
(Trilussa)<br />
<br />
Della congrega fa parte anche il poco conosciuto Abate Luigi di piazza Vidoni, accanto alla chiesa di Sant’Andrea della Valle. La statua, che rappresenta un magistrato, è di epoca tardo-romana e fu rinvenuta in loco, nelle fondazioni di Palazzo Vidoni (area del teatro di Pompeo). Il suo nome deriverebbe dalla somiglianza tra il magistrato e il sagrestano della vicina chiesa del Sudario. <br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD1PPjNfEqh6C7VFJXtv9VKM0NAFtUWV0okBbudiHku7r393Vy55J5VAavmW_KN8fGN1gSx00WTlrrdWKc473p3n4d-ElomSfXPuOv2Xb9J83BAWVWbVEgMWGc6ZZ9KI6ZyoMkFL6Sqqg/s1600/088FD87B-EDC0-480B-BE8C-3A7EF050C040.jpeg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD1PPjNfEqh6C7VFJXtv9VKM0NAFtUWV0okBbudiHku7r393Vy55J5VAavmW_KN8fGN1gSx00WTlrrdWKc473p3n4d-ElomSfXPuOv2Xb9J83BAWVWbVEgMWGc6ZZ9KI6ZyoMkFL6Sqqg/s320/088FD87B-EDC0-480B-BE8C-3A7EF050C040.jpeg" /></a></div>
<br />
L’epigrafe alla base della statua ci ricorda il suo essere stata parlante: <br />
<br />
FUI DELL'ANTICA ROMA UN CITTADINO<br />
ORA ABATE LUIGI OGNUN MI CHIAMA<br />
CONQUISTAI CON MARFORIO E CON PASQUINO<br />
NELLE SATIRE URBANE ETERNA FAMA<br />
EBBI OFFESE, DISGRAZIE E SEPOLTURA<br />
MA QUI VITA NOVELLA E ALFIN SICURA<br />
<br />
Vita sicura non troppo, visto che è stato più volte..decapitato! L’Abate parlò l’ultima volta nel 1966, in occasione di una delle decapitazioni:<br />
<br />
<i>O tu che m'arubbasti la capoccia<br />vedi d'ariportalla immantinente<br />sinnò, vòi véde? come fusse gnente<br />me manneno ar Governo. E ciò me scoccia.</i><br />
<br />
La più giovane delle statue parlanti, e anche la meno nota, è il Facchino, piccola fontana murata in via Lata. Si trovà lì dal 1874, prima era posizionata sulla facciata principale di Palazzo De Carolis Simonetti in via del Corso (attuale palazzo del Banco di Roma). <br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg13zRDVl5Bcw7hXwyKLWJdq_0KCzK2O0qch6wkmVHT7hpVvBrxrb2aZ9SUm3ZofXMdtxEa4agO9k56XAtfiGDiKHuKWK0Jmp0vs5RuRv-buVVqrupoR92DN0Y8mIMCAa-_EBLVndhq8PI/s1600/3D12BED6-909A-4070-8551-8EFC81138D19.jpeg"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg13zRDVl5Bcw7hXwyKLWJdq_0KCzK2O0qch6wkmVHT7hpVvBrxrb2aZ9SUm3ZofXMdtxEa4agO9k56XAtfiGDiKHuKWK0Jmp0vs5RuRv-buVVqrupoR92DN0Y8mIMCAa-_EBLVndhq8PI/s320/3D12BED6-909A-4070-8551-8EFC81138D19.jpeg" /></a></div>
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La fontana rappresenta una figura maschile mentre versa acqua da una botte. Vista l’ottima fattura, è stata addirittura attribuita al celebre Michelangelo ma in realtà venne realizzata da Jacopino del Conte, nel 1580 circa, per la corporazione degli Acquaroli. L’acquarolo prendeva l’acqua dalle fontane e la rivendeva porta a porta, era quindi una figura fondamentale a Roma prima che i papi rimettessero in funzione gli antichi acquedotti (fine ‘500).<br />
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Un’epigrafe presente nell’originaria collocazione dedicava la fontana a un celebre facchino della città, tal Abbondio Rizio:<br />
<br />
<i>Ad Abbondio Rizio, coronato [facchino] sul pubblico selciato, valentissimo nel legar fardelli. Portò quanto peso volle, visse quanto poté; ma un giorno, portando un barile di vino in spalla e dentro il corpo, contro la sua volontà morì.”</i><br />
<br />
Via del Babuino deve il suo nome a un’altra famosa statua parlante, il Babuino appunto, oggi addossato alla chiesa di Sant’Attanasio dei Greci. Poco si sa di questo Sileno disteso, che però colpì talmente l’immaginario dei romani da rinominare la via Paolina in via del Babuino, a causa della bruttezza del volto della statua! <br />
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Nel 1571 papa Pio V concesse l'utilizzo di alcune once d'acqua del nuovo acquedotto Vergine, appena ripristinato, al palazzo del nobile Alessandro Grandi, su quella che all'epoca si chiamava via Paolina, il quale fece realizzare, in onore del Pontefice, una fontana ad uso pubblico, ponendo la statua ad ornamento della vasca quadrangolare, addossata alla facciata del palazzo. Successivamente il palazzo divenne proprietà dei Boncompagni e nel corso dell’800, a causa dei lavori per la costruzione della rete fognaria, la fontana venne smembrata. La vasca fu riutilizzata per un’altra fontana in via Flaminia, il Sileno venne riposto all’interno del palazzo (divenuto Boncompagni Cerasi). Solo nel 1957 a seguito di una campagna di recupero portata avanti da alcuni cittadini romani, il Sileno è tornato nella via che dalla statua aveva preso il nome, e si trova ora a fianco della chiesa di Sant’Attanasio dei Greci.<br />
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Marforio è lo strano nome della statua parlante più loquace dopo Pasquino. Situata nei Musei Capitolini, molte sono le ipotesi sul significato del suo nome. La statua, probabilmente una divinità fluviale, fu rinvenuta nel Foro di Augusto, zona denominata Martis Forum nel medioevo per la presenza dell’antico tempio di Marte Ultore. Marforio sarebbe, quindi, una deformazione del nome latino del luogo.<br />
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Un’altra ipotesi fa derivare il nome dalla famiglia Marfoli o Marfuoli, che aveva possedimenti presso il Carcere Mamertino. Celebri sono i dialoghi con Pasquino, come già ricordato.<br />
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C’è anche una donna all’interno della Congrega degli Arguti, l’imponente Madama Lucrezia, accanto alla Basilica di San Marco in piazza Venezia. La Madama è un busto di epoca romana, alto circa 3 metri dall’identità incerta. Il nodo che ha sulla veste, ci consente di identificarla con la dea Iside o una sacerdotessa del culto isiaco. <br />
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Ma perché Madama Lucrezia? Secondo la tradizione il busto sarebbe stato donato a Lucrezia d’Alagno, l’amante del re di Napoli Alfonso V d’Aragona. Alla morte di quest’ultimo Lucrezia sarebbe scappata a Roma e si sarebbe stabilità in una casa nei pressi della sistemazione odierna della statua. Una simpatica tradizione è legata a questa statua: alla Madama tutti dovevano portare rispetto, quindi chi le passava davanti doveva inchinarsi e togliersi il cappello per avere una giornata propizia. I monelli del rione facevano a gara per far rispettare questa usanza... i cappelli venivano tolti con precisi colpi di fionda, mentre gli inchini erano assicurati da monete lasciate a terra ma legate a fili che ne consentivano l’immediato recupero!<br />
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Cosa rimane oggi delle Congrega? Tante pasquinate, tanta storia e simpatiche tradizioni, non dimenticando che con i social ognuno di noi può, nel suo piccolo, diventare Pasquino!</div>
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Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0Roma RM, Italia41.9027835 12.496365541.524646 11.850918499999999 42.280921 13.1418125tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-53738922800061574722020-04-27T10:36:00.001-07:002020-04-27T10:51:59.355-07:00Ingegneria antica: il Parco degli Acquedotti<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tra i numerosi parchi di Roma, uno è sicuramente unico al mondo. E’ il Parco degli Acquedotti: si trova nel quartiere Appio Claudio, a pochi passi da via Tuscolana, dove si apre un’area di campagna vasta 240 ettari, attraversata da sei degli undici acquedotti costruiti in antichità!</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA5Q0LSvVc_9M0sl9UaGUP4iCeN_3GCA0EbkGrYdy-8ciWgwDYzt81Xtn3mTEFzO55LjRHJKbmRh2xEJ0tvdhBhPsQdHheBjhuPk65jtHss-NS_nRer8oHLXuokwPdhEDsuZw7kX1xrx8/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="256" data-original-width="512" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiA5Q0LSvVc_9M0sl9UaGUP4iCeN_3GCA0EbkGrYdy-8ciWgwDYzt81Xtn3mTEFzO55LjRHJKbmRh2xEJ0tvdhBhPsQdHheBjhuPk65jtHss-NS_nRer8oHLXuokwPdhEDsuZw7kX1xrx8/s320/unnamed.jpg" width="320" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Roma veniva definita la “Regina Aquarum”...la popolazione aveva a disposizione circa 1.000 litri di acqua al giorno per ciascun cittadino. Una quantità enorme, dovuta alla grande abilità costruttiva ed ingegneristica dei romani che li portò a inventare un incredibile sistema. Il primo passo consisteva nell’individuare la sorgente che veniva scelta per la posizione, la temperatura e il sapore dell’acqua. Quindi le acque venivano convogliate in bacini e si iniziava a scavare il tunnel sotterraneo, spesso tortuoso per aggirare le montagne, e con una minima ma costante pendenza. La galleria diventava lo specus, cioè la conduttura, le cui pareti interne erano rivestite di cocciopesto e intonaco per rendere lisce le pareti e permettere all’acqua di scorrere più velocemente assorbendo meno impurità possibili. Per ovviare al differente livello del terreno durante il percorso, soprattutto nei pressi della città dove è decisamente più basso della sorgente, lo specus veniva fatto fuoriuscire dal terreno, sorretto dalle imponenti arcate che garantivano la necessaria pendenza dell’acqua e che rendono queste opere ancora oggi famose in tutto il mondo. </span></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXkxhpWSCHM1dvpQFiu8bitOlpG2z-6Ea1cfCL41xJ69VQdchdaG6I4dF0WpiZds_vTXUVJmJBS4omTkjxi0Kue97isjt1RD5ocDYH8KWpOoP-Ene5oysKgt2O6RX1R20pdFmO4g7YxAM/s1600/duct_graven.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="608" data-original-width="676" height="287" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXkxhpWSCHM1dvpQFiu8bitOlpG2z-6Ea1cfCL41xJ69VQdchdaG6I4dF0WpiZds_vTXUVJmJBS4omTkjxi0Kue97isjt1RD5ocDYH8KWpOoP-Ene5oysKgt2O6RX1R20pdFmO4g7YxAM/s320/duct_graven.jpg" width="320" /></a></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Proprio all’interno del <a href="https://www.parcodegliacquedotti.it/" target="_blank">Parco degli Acquedotti</a> si può vedere affiorare lo specus dalla campagna e innalzarsi sino a quasi trenta metri (nel punto più alto) per consentire all’acqua di arrivare in città con la sola forza acquisita nel suo scorrere naturale. </span><br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Utilizzando l’ingresso al parco all’incrocio tra via Lemonia e via Tito Labieno, il primo acquedotto che si incontra è l’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Acqua_Marcia" target="_blank">Acqua Marcia</a> (144 - 140 a. C.): blocchi di peperino e tufo giallo e rosso che compongono basse arcate su cui poggia lo specus. Da questo punto, l’acqua percorreva gli ultimi 9km del suo viaggio (lungo ben 91km e iniziato dalle sorgenti del fiume Aniene a Marano Equo) su archi a vista di cui restano poche tracce a causa delle distruzioni cinquecentesche. Costruire acquedotti richiedeva una grande spesa, per questo i romani tendevano a far passare più condutture sullo stesso percorso. Sui blocchi di pietra dell’Acqua Marcia infatti si vedono file di mattoni corrispondenti ad altri due acquedotti: l’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Aqua_Tepula" target="_blank">Acqua Tepula</a> (125 a. C.) e l’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Aqua_Iulia" target="_blank">Acqua Julia</a> (33 a. C.) provenienti entrambi da sorgenti sul Monte Tuscolo, con percorso parallelo sino alle piscine limarie della zona di Capannelle e poi sovrapposti per sfruttare le arcate dell’Acqua Marcia. Più avanti, nel parco, si conserva anche una cisterna, che era alimentata da questo acquedotto, ad uso privato della vicina Villa delle Vignacce di Quinto Servilio Pudente (II secolo d. C.).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipK2tFm8UWTjetjgHrhqAftQgxotaOjSMzguD-sB7Bg3jma7nCgoao9hi1ZYteqFs5AQO4eXj_VdhEP22pTUZkmY945eDUbTR14zbhjEDHZyPNrhXthYAOYSFn_fWOCOp2GW3Ku4gStEo/s1600/413295_0140513_parco_degli_acquedotti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="620" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipK2tFm8UWTjetjgHrhqAftQgxotaOjSMzguD-sB7Bg3jma7nCgoao9hi1ZYteqFs5AQO4eXj_VdhEP22pTUZkmY945eDUbTR14zbhjEDHZyPNrhXthYAOYSFn_fWOCOp2GW3Ku4gStEo/s320/413295_0140513_parco_degli_acquedotti.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Delle scalette consentono di scavalcare l’acquedotto e, da qui, spiccano gli imponenti resti di un’altra opera, l’Acquedotto Claudio.</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt8UnPts4rX4NsOtMO25K8a96TdU5sSXy-3mVumYoBdl_ZK8ezP53Bx1CaD4A9-T9wqiQfcpC41ZnXlDZGGSQiZIdRD_9RhbYsUJ1llZtmXxr9UuCqeWtUVLrwIrFBPr6-NWoSLhS9AvI/s1600/IMG_2402.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt8UnPts4rX4NsOtMO25K8a96TdU5sSXy-3mVumYoBdl_ZK8ezP53Bx1CaD4A9-T9wqiQfcpC41ZnXlDZGGSQiZIdRD_9RhbYsUJ1llZtmXxr9UuCqeWtUVLrwIrFBPr6-NWoSLhS9AvI/s320/IMG_2402.JPG" width="239" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con l’avvento dell’Impero, l’acqua divenne fondamentale per abbellire e rinfrescare le ricche dimore aristocratiche. Ne servì sempre di più e con Ottaviano Augusto vennero costruiti ben tre acquedotti (Julia, Vergine e Alsietina) e fu lo stesso imperatore ad affidare al suo braccio destro Marco Agrippa il ruolo di curator aquarum, magistrato responsabile dell’apparato idrico cittadino. Dopo di lui fu il discusso Caligola a iniziare la costruzione di altri due acquedotti, conclusi dal successore Claudio nel 52 d. C.. Le imponenti arcate del Parco sono proprio quelle dell’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_Claudio" target="_blank">Acqua Claudia</a>, a cui si sovrappone lo specus dell’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_Anio_novus" target="_blank">Anio Novus</a> la cui acqua passava a circa un metro sopra il precedente. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyYTEaVjh2Pnzr0viRNuRlI5BAEq-tjwI7DEbPm0svGhTgbSUNRYT1vv06hIjoL8J_RvZ__v_ho2lwhDvpjXHhPP811mgaILW8GzYMc5EgNw6oQKVJIdpyiaFCLfHs6lszih4kUqnAZ4g/s1600/IMG_2404.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyYTEaVjh2Pnzr0viRNuRlI5BAEq-tjwI7DEbPm0svGhTgbSUNRYT1vv06hIjoL8J_RvZ__v_ho2lwhDvpjXHhPP811mgaILW8GzYMc5EgNw6oQKVJIdpyiaFCLfHs6lszih4kUqnAZ4g/s320/IMG_2404.JPG" width="239" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L’Anio Novus veniva detto così per distinguerlo da un più antico acquedotto, l’<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_Anio_vetus" target="_blank">Anio Vetus</a> (272 - 269 a. C.), il cui percorso era totalmente sotterraneo e le cui tracce sono state individuate sotto via Lemonia. L’acqua veniva presa dal fiume Aniene, ma ad altezze diverse. Solo nella zona di Capannelle i due specus dell’Acqua Claudia e dell’Anio Novus si sovrapponevano percorrendo quasi 14km sugli archi, sino all’Esquilino, a <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Maggiore" target="_blank">Porta Maggiore</a>. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Se vi capita di passare con calma nei pressi di quello che oggi è diventato uno snodo del traffico romano, potrete notare le due condutture che corrono proprio sopra gli archi della Porta. Questo era il punto da cui i nostri acquedotti entravano in città. A ben vedere, poco oltre si notano altri archi, quelli dell’Acqua Marcia con gli specus della Tepula e della Julia. Da qui l’acqua procedeva verso il resto della città, raggiungendo gli altri colli, come il Viminale o il Palatino, destinata alle residenze imperiali e aristocratiche, ma anche alle numerose fontane pubbliche.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwYBdEcI_3ZtAa2NYVO8LHtSXbWbki0fTqs_3_amXjVFA5RnBaEP2RXGaUfFMWxQ5rmlbVcpKaJ3BKTc0ZfX47WKTQpIZ5SU49ItXBDAR6ANR_kkfLrVwLSmcOBxZQfepzZEBxl8P0E8Q/s1600/d6d8254b86.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="670" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwYBdEcI_3ZtAa2NYVO8LHtSXbWbki0fTqs_3_amXjVFA5RnBaEP2RXGaUfFMWxQ5rmlbVcpKaJ3BKTc0ZfX47WKTQpIZ5SU49ItXBDAR6ANR_kkfLrVwLSmcOBxZQfepzZEBxl8P0E8Q/s320/d6d8254b86.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel corso dei secoli queste opere dell’ingegneria romana sono andate in gran parte perdute a causa della mancanza di manutenzione ma soprattutto delle distruzioni ad opera dei barbari e dei papi. Nel 539 i Goti di Vitige, giunti alle porte di Roma, crearono il loro accampamento, noto come Campo barbarico, nel triangolo di terra definito dai due incroci dell’Acqua Claudia e della Marcia. Per costringere la popolazione alla resa decisero di privarla proprio dell’acqua tagliando i due acquedotti. Da quel momento iniziò la decadenza delle strutture. L’Aqua Claudia fu restaurata nel medioevo ma la portata d’acqua ormai non era più quella di epoca imperiale. L’Aqua Marcia invece subì un destino ancora più crudele: nella fine del cinquecento papa Sisto V fece costruire un acquedotto facendolo passare sullo stesso percorso di quello antico. L’acqua però arrivava ad un livello inferiore e il papa non ebbe nessuna remora a far distruggere quelle “inutili anticaglie” per recuperare materiali e far spazio alla sua <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_Felice" target="_blank">Acqua Felice</a>.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Passeggiando nel parco, noterete una sorta di fiumiciattolo che scorre in un fosso artificiale. In realtà questo era un acquedotto a cielo aperto, l’Acqua Marana o Mariana, realizzato per volere di papa Callisto II nel 1122 per aiutare i contadini ad irrigare i campi. L’acqua attraversava la città per sfociare nel Tevere, alimentando anche il mulino della Torre della Moletta all’interno del Circo Massimo. Curiosità: il termine “marrana” con cui si indicano piccoli corsi d’acqua deriva proprio da questo acquedotto. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh0tIozJzCEZsdfgLMpxLqT609AkXgIlMnxdukbqHhi7DCqKWQSBv_MlpyJxuxYV54JVylQ03FJX5wgWnwLD0WZd7csW8VRJN66ZlS4ZnPpr9U03zpe6LqX6nZ4uXc2Oz03IdaZnGY6wU/s1600/IMG_2407.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh0tIozJzCEZsdfgLMpxLqT609AkXgIlMnxdukbqHhi7DCqKWQSBv_MlpyJxuxYV54JVylQ03FJX5wgWnwLD0WZd7csW8VRJN66ZlS4ZnPpr9U03zpe6LqX6nZ4uXc2Oz03IdaZnGY6wU/s320/IMG_2407.JPG" width="239" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il corso attuale non è più quello originale. Dal 1957 l’acqua è stata fatta confluire nel fiume Almone che attraversa il Parco della Caffarella e, a seguito di interventi voluti dall’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, dal 2011 il suo percorso è stato deviato ulteriormente. Gli scavi nel fossato hanno portato alla luce i basoli dell’antica via Latina, arricchendo il Parco degli Acquedotti di un altro tassello della storia di Roma.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
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Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-58664198422478497352020-03-23T09:01:00.000-07:002020-03-23T09:14:21.089-07:00Le strade di Roma: Via Giulia<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Sulla riva sinistra del Tevere papa <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giulio_II" target="_blank">Giulio II</a> volle l’apertura di una strada che mettesse in comunicazione il Vaticano con uno dei quartieri più popolosi della città, in cui aveva deciso di creare un nuovo “polo” amministrativo. Un’area già caratterizzata dal palazzo della Cancelleria e dal nuovo Palazzo della Zecca, e che avrebbe dovuto ospitare anche un nuovo palazzo del Tribunale, creando così una zona sotto il controllo dello Stato e dal forte richiamo per gli affari delle famiglie romane e non.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L’ambizioso progetto fu affidato da Giulio II al suo architetto di fiducia, l’urbinate <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Bramante" target="_blank">Donato Bramante</a>. I lavori iniziarono nel 1508 e andarono avanti sino alla morte del pontefice, al quale fu dedicata con il nome di “Julia”, cioè Via Giulia. Purtroppo l’idea grandiosa del papa si mostrò difficile da essere realizzata, visti i contemporanei cantieri della Basilica di San Pietro e della Cappella Sistina che richiesero grandi spese, e a causa della morte dei due protagonisti. Bramante riuscì solo a tracciare la via e ad iniziare la costruzione della Curia, rimasta al livello delle fondamenta. Ancora oggi, dell’opera mai conclusa, restano delle tracce ben visibili e note come i Sofà di Via Giulia: blocchi di pietra piuttosto sporgenti utilizzati come panchine che deliziano la vista e il riposo di chi attraversa questa prestigiosa via.</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Via Giulia è una strada lunga ben 1km e attraversa due rioni, Ponte e Regola! Non divenne mai un polo amministrativo ma tanti artisti e famiglie decisero di acquistare terreni per la costruzione dei loro palazzi gentilizi. Soprattutto divenne sede delle comunità toscane della città, fiorentini e senesi che svolgevano i loro affari proprio qui e nella vicina via dei Banchi Nuovi. </span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Partendo da piazza dell’Oro, su cui si affaccia la <a href="http://www.prolocoroma.it/san-giovanni-dei-fiorentini/" target="_blank">chiesa di San Giovanni dei Fiorentini</a>, si incontra un palazzo quattrocentesco noto come la Casa dei Fiorentini. Fu il papa a regalarlo alla Confraternita dei Fiorentini. Durante il suo soggiorno romano anche Leonardo Da Vinci decise di iscriversi alla Confraternita in modo da avere assicurata sepoltura e funerale in caso di morte, ma presto ne venne allontanato: non pagò regolarmente la tassa di iscrizione!</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Procedendo, attira l’attenzione la facciata al n.85, dove compare la scritta ottocentesca “Possedeva Raf. Sanzio nel MDXX”. Generalmente si definisce come la Casa di Raffaello, ma in realtà il celebre pittore non vi ha mai abitato: possedeva in zona solo dei terreni, tra cui quello su cui questo palazzetto fu costruito, dopo la sua morte. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Anche altri artisti costruirono lungo via Giulia le loro residenze, come Antonio da Sangallo il Giovane, proprietario dell'attuale Palazzo Sacchetti e lo scultore Guglielmo Della Porta che abitava al n. 163 (attuale Palazzo Cisterna). Francesco Borromini concluse la sua vita irrequieta suicidandosi nella casa di vicolo Orbitelli, nel 1667. L'orafo Benvenuto Cellini, invece, aveva la sua bottega nel vicino vicolo che da lui prenderà il nome nel XVI secolo. Sino ad allora vicolo Cellini era noto come vicolo Calabraghe, cioè "calar le braghe" a causa delle cortigiane che qui abitavano e lavoravano a costi bassi di giorno e di notte. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Nel Seicento papa Innocenzo X decise la costruzione delle Carceri nuove in sostituzione di Corte Savella e delle carceri di Tor di Nona e Borgo. Il monopolio del sistema penale era da sempre in mano alla famiglia dei Savelli, ma le condizioni disumane in cui erano tenuti i prigionieri spinse il papa alla costruzione di una nuova struttura. Il carcere era diviso in una parte maschile, una femminile e anche un'area dedicata ai minorenni. Da questo edificio deriva la denominazione di vicolo della Scimia, dove la parola "scimia" allude ai detenuti che si affacciavano alle sbarre delle finestre proprio come delle scimmie in gabbia. L'edificio fu utilizzato sino al 1883, quando entrò in funzione il Carcere di Regina Coeli dall'altro lato del Tevere. Oggi è sede della Direzione Antimafia e del Museo Criminologico. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Con la creazione di via Giulia, anche le chiese già esistenti vennero ricostruite e abbellite, come l'antica chiesa di San Biagio della Pagnotta. Secondo la tradizione, nella chiesa è custodita un'importante reliquia, l'osso della gola di San Biagio. Ogni 3 febbraio, giorno dedicato al Santo, i romani si radunavano per la distribuzione di pagnotte benedette da usare per proteggersi dalle malattie della gola. Nel 1826 la chiesa venne affidata alla comunità armena di Santa Egiziaca, perciò oggi è nota anche come San Biagio degli armeni.</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La medievale chiesa di Santa Aurea è stata trasformata, nel 1572, nella Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani. E' stata la chiesa nazionale del Regno delle due Sicilie, tant'è che qui furono custoditi, per un breve periodo, i resti dell'ultimo re, Francesco II e di sua moglie Maria Sofia di Baviera. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">L'imponente struttura ottocentesca del Collegio spagnolo chiude al suo interno la chiesa nazionale spagnola di Santa Maria di Monserrato (la facciata prospetta proprio su via di Monserrato). Qui si trova la tomba del papa degli scandali Alessandro VI Borgia. Più volte è stato segnalato il passaggio del suo fantasma avvolto in un maestoso mantello con cappuccio, per coprire il suo aspetto raccapricciante. Mentre era ancora in vita, un frate giurò di aver visto il papa firmare un patto con il diavolo e altri dissero di aver visto sette scimmie nere sorvegliare il suo letto di morte. Quel che è certo, è che alla morte di Alessandro VI il cadavere si gonfiò e annerì, cosicchè furono costretti a spingerlo a calci nella cassa tanto era deforme! </span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La vicina chiesa di Santa Caterina da Siena fu voluta dalla comunità senese che sin dal XIV secolo abitava in questa zona nel cosiddetto "castrum senese". Il primo edificio fu costruito nel 1526, in seguito al riconoscimento dell'Arciconfraternita dei Senesi, che ancora oggi la possiede. All'interno sono esposte le bandiere delle contrade che si sfidano nel famoso palio, mentre all'esterno compare lo stemma bianco e nero con la lupa e i due gemelli, simbolo della città. </span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Una delle facciate più belle che si può ammirare su via Giulia è sicuramente quella di Palazzo Falconieri. La costruzione risale agli inizi del XVI secolo con la famiglia Ceci, passò poi agli Odescalchi, ai Farnese e, dal 1638, al fiorentino Orazio Falconieri. Fu lui a chiamare a lavorare l'amico Francesco Borromini, con il compito di ampliare il palazzo. Borromini, per celebrare il proprietario, inventò le bellissime erme con busto femminile e testa a forma di falco che si vedono negli angoli. Oggi è sede dell'Accademia di Ungheria, ma nell'Ottocento fu di proprietà del cardinale Fesh che vi ospitò la sorellastra Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone Bonaparte.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf11OxdvzBjYoFtKbwz6ebMQTP-F5r071UlOcA8p_a28-8w2Dv_TZz7nag23X8UEUUKjyWT_EGHRAb5N4eCVcPgtki-ygSZf5K4t3eDEEMCl7L27dQn2e-j4YCU4-nfuXMNYPF-CFvm3A/s1600/450px-Regola_-_via_Giulia_palazzo_Falconieri_erma_1000203+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="301" data-original-width="341" height="282" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf11OxdvzBjYoFtKbwz6ebMQTP-F5r071UlOcA8p_a28-8w2Dv_TZz7nag23X8UEUUKjyWT_EGHRAb5N4eCVcPgtki-ygSZf5K4t3eDEEMCl7L27dQn2e-j4YCU4-nfuXMNYPF-CFvm3A/s320/450px-Regola_-_via_Giulia_palazzo_Falconieri_erma_1000203+%25282%2529.jpg" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">A ridosso del palazzo, il prospetto della<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_dell%27Orazione_e_Morte" target="_blank"> chiesa dell'Arciconfraternita dell'Orazione e Morte</a> affascina per le sue decorazioni insolite: crani con le ali e clessidre che alludono al tema della morte. Il compito della confraternita, fondata nel 1574, era di raccogliere i cadaveri senza nome nelle campagne e dargli una degna sepoltura. Sulla facciata Settecentesca di Ferdinando Fuga compare anche una particolare insegna marmorea con uno scheletro alato e l'iscrizione "Hodie tihi cras tibi", cioè "Oggi a me, domani a te": un vero e proprio memento mori.</span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfBHz0YzLnE9h9AnwdtnGU1zAMd6TuCi8K9yM2BlwI23WV09-2oPXxAT8PYVaKv4eeGZhd9Kze6ax14lGfMEiLNZh-MNPu_cqQcqPsBa1MEqrN22XvLv41vPhyphenhyphen6cv0vkQ70dGQi-5IBBI/s1600/20200124_120342.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="432" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfBHz0YzLnE9h9AnwdtnGU1zAMd6TuCi8K9yM2BlwI23WV09-2oPXxAT8PYVaKv4eeGZhd9Kze6ax14lGfMEiLNZh-MNPu_cqQcqPsBa1MEqrN22XvLv41vPhyphenhyphen6cv0vkQ70dGQi-5IBBI/s320/20200124_120342.jpg" width="240" /></span></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Siamo arrivati davanti al celebre Arco Farnese, ciò che resta del grandioso progetto michelangiolesco di collegare le proprietà dei Farnese sulle due sponde del fiume.</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWDASayG2aywiGUQP00tnuS2CKMQarN4Rb2avaOZrEk4wPdEJhCPITX5IOl3ivT09olWhHViVvZuFEtROIRnJzux-59A_weHZ8XEqpjTwuhX-P_WhvxML5Pi1WrmJ2sy83Ulawsnzp0P4/s1600/Skd7J0MY.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1600" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWDASayG2aywiGUQP00tnuS2CKMQarN4Rb2avaOZrEk4wPdEJhCPITX5IOl3ivT09olWhHViVvZuFEtROIRnJzux-59A_weHZ8XEqpjTwuhX-P_WhvxML5Pi1WrmJ2sy83Ulawsnzp0P4/s320/Skd7J0MY.jpeg" width="320" /></span></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Durante il carnevale, l'Arco diveniva una tribuna per assistere alle corse che si svolgevano lungo la via. Oltre l'arco restano degli edifici bassi cinquecenteschi, detti i Camerini farnesiani, che oggi appartengono all'ambasciata di Francia e, di fronte, il cancello che chiude ciò che resta del vasto giardino del nobile Palazzo Farnese.</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La fontana del Mascherone in origine si trovava in fondo alla via, davanti ad un palazzetto voluto da Sisto V nel 1586 e che funzionava da Ospizio dei Mendicanti. Per il suo andamento rettilineo e la presenza di famiglie importanti, lungo via Giulia, si organizzavano spesso corse e feste. Nel 1720, ad esempio, si tenne un gran corteo e una splendida festa, con la via tutta addobbata, per celebrare l'elezione a Gran Maestro del Priorato di Malta del nobile Zondadari: dal tramonto all'alba del giorno dopo dalla fontana sgorgò pregiato vino rosso, per la gioia di tutti i romani!</span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTYxuF0Yk2zxUViw9v1rz2V8rZTRC5vU7FdnweSapVEMX7qrq1eWoiNoDAjk0WIf7B1G8HxQn1r3KiodzAP84KEm6VCf5UegBgPkPnCP6QmrO1HDYmaKckw5i-QieNWodCpNUgggR1xKs/s1600/20190710_205027.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="703" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTYxuF0Yk2zxUViw9v1rz2V8rZTRC5vU7FdnweSapVEMX7qrq1eWoiNoDAjk0WIf7B1G8HxQn1r3KiodzAP84KEm6VCf5UegBgPkPnCP6QmrO1HDYmaKckw5i-QieNWodCpNUgggR1xKs/s320/20190710_205027.jpg" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La fontana fu spostata nel 1903 e il palazzetto abbattuto con l'apertura del Lungotevere, modificando così per sempre l'aspetto cinquecentesco della via.</span></div>
Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0Via Giulia, 00186 Roma RM, Italia41.8962558 12.468134241.8903463 12.4580492 41.9021653 12.4782192tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-33087353649100635282018-11-09T01:36:00.002-08:002018-11-09T01:39:52.172-08:00L'Isola Tiberina: storia e leggenda dell'unica isola urbana del Tevere<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje-kM0JgvhbIR-lt6vcFUppRKL1vh7aXOWeqgNw1HjytUD4nJoY31viiZII7K-UURF4t2CgTW0UsZ9HCr5CcZB-IdjlkgyPzTG5ZvjA4_Ui7HxYCB4T-qXKKQ6C1qljus2e675Ww7C068/s1600/isola+tiberina.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje-kM0JgvhbIR-lt6vcFUppRKL1vh7aXOWeqgNw1HjytUD4nJoY31viiZII7K-UURF4t2CgTW0UsZ9HCr5CcZB-IdjlkgyPzTG5ZvjA4_Ui7HxYCB4T-qXKKQ6C1qljus2e675Ww7C068/s400/isola+tiberina.jpeg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una antica leggenda racconta che l'isola si sia formata quando i romani, durante una rivolta nel VI secolo a.C., decisero di gettare i covoni di grano dei Tarquini, odiatissimi re etruschi della città, nel Tevere; questi ultimi si accumularono e dettero vita all'Isola Tiberina, fin dai tempi remoti parte integrante del tessuto urbanistico della città antica. <br /><br />Lasciando da parte questa affascinante leggenda, vale la pena ricordare che l'Isola ha da sempre una vocazione medica. Chi abita a Roma conosce benissimo l'<a href="http://www.fatebenefratelli-isolatiberina.it/It/OrdineStoriaOspedale" target="_blank">Ospedale Fatebenefratelli</a>, da secoli istituzione ospedaliera fondata da San Giovanni di Dio stanziata proprio sull'isola, ma pochi sanno che dove ora sorge la chiesa di San Bartolomeo, in epoca romana si trovava un tempio dedicato ad Esculapio, il dio della medicina. Ma perché i romani decisero di costruire proprio qui un tempio?</span></div>
<div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ancora una volta una leggenda ci viene in aiuto e ci narra che, durante una terribile peste, i romani consultarono i libri sibillini ed ottennero come risposta di doversi recare in Grecia per prendere un simulacro del dio Esculapio, portarlo a Roma e costruire un tempio. Una volta tornati dal viaggio si interrogarono su dove poter costruire il tempio, ma proprio in quel momento l'enorme serpente di marmo, simulacro del dio preso in Grecia, prese vita e andò a posizionarsi proprio sull'Isola! I romani interpretarono come segno del dio l'evento miracoloso e non solo costruirono il tempio sull'Isola Tiberina, ma dettero a quest'ultima la forma di una nave! Frammenti della prua sono ancora visibili passeggiando lungo la banchina del fiume. </span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRYOvwHZ_93S39-Q9DViIumgfcTVe8_q7A4hXUeEUiTBmkYFzEL_jkiVAa29M9XJJbYeAtLC3Aqd96iOd-3CBFS0JhGOut4gcQUOEEuzg4cu0BABxJp-eCGpeRSiCr7K64ErTOM_xfKG8/s1600/isola+ricostruzione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRYOvwHZ_93S39-Q9DViIumgfcTVe8_q7A4hXUeEUiTBmkYFzEL_jkiVAa29M9XJJbYeAtLC3Aqd96iOd-3CBFS0JhGOut4gcQUOEEuzg4cu0BABxJp-eCGpeRSiCr7K64ErTOM_xfKG8/s400/isola+ricostruzione.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nell'anno Mille l'imperatore Ottone III decise di utilizzare parte dei resti del tempio, ormai abbandonato, per realizzare una chiesa dedicata in un primo momento a Sant'Adalberto da Praga, suo amico, in seguito dedicata a San Bartolomeo Apostolo. Una diatriba è ancora in piedi dall'epoca....Ottone portò a Roma i resti del corpo dell'apostolo Bartolomeo, conservati fino a quel momento a Benevento, utilizzando un catino di bronzo ancora oggi conservato lungo la navata destra della chiesa, all'altezza dell'altare che ospita il sarcofago di porfido con le spoglie del santo. Ma anche la cattedrale di Benevento conserva un sarcofago affine con le spoglie del santo...dov'è San Bartolomeo, a Roma o a Benevento? Il dibattito è ancora aperto! Voci che si sono rincorse nei secoli affermano che i beneventani dettero a Roma il corpo di San Paolino da Nola vescovo al posto dell'apostolo ed effettivamente nell'obelisco di fronte alla chiesa tra le statue di San Giovanni di Dio, San Bartolomeo e San Francesco trova posto anche San Paolino! Ai posteri l'ardua sentenza! 😉</span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz7CYDN-aCOGdNjCyipBR2p7797ybWcfG1UAOwDxMtjzkuvhoXtEC34Qp596yGaOQTjAV8LpkrfGBThK75LCsyE5B09YFDZsBIOy1XYiC0yhtemccmeMZLrAPevt4YgVKdDsp5zoANfzU/s1600/basilica-san-bartolomeo-isola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="959" data-original-width="1400" height="273" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz7CYDN-aCOGdNjCyipBR2p7797ybWcfG1UAOwDxMtjzkuvhoXtEC34Qp596yGaOQTjAV8LpkrfGBThK75LCsyE5B09YFDZsBIOy1XYiC0yhtemccmeMZLrAPevt4YgVKdDsp5zoANfzU/s400/basilica-san-bartolomeo-isola.jpg" width="400" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Altro evento miracoloso è legato alla chiesetta di San Giovanni Calibita, che ospita al suo interno la cosiddetta “<a href="http://www.fatebenefratelli-isolatiberina.it/It/OrdineChiesaSanGiovanniCalibita" target="_blank">Madonna della Lampada</a>”, affresco ritenuto miracoloso perché nel 1557 secondo la tradizione, trovandosi ancora nella nicchia di origine, vicino al Ponte Quattro Capi, fu coperta dalle acque del Tevere, senza che ne soffrisse il dipinto e si smorzasse la lampada, prodigiosamente rimasta accesa sul posto. In seguito fu staccata e collocata all'interno della chiesa (purtroppo difficilmente visitabile perché accessibile solo per le funzioni religiose!). <br /><br />Ma non è finita qui! Sull'Isola Tiberina c'è ancora un luogo nascosto e sconosciuto, la sede della Confraternita dei Sacconi Rossi, la "Veneranda confraternita de' devoti di Gesù Cristo al Calvario e di Maria Santissima Addolorata". Fondata nel corso del '700, il loro compito era ripescare i morti dal fiume Tevere e dargli degna sepoltura. Ancora oggi il 2 novembre è possibile assistere alla loro suggestiva processione che si disloca lungo tutta l'Isola Tiberina ed è possibile visitare anche la cripta decorata con le ossa dei morti annegati. 😲</span></span></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7uwVaPB4xSyCFl6D9AzewJZIMkggXVw2jZa_pYjY_v2AAmAPsPgjKPOfA3HsMLBTRnC-DcD_8ZLoQMXaxJgVlSaRv1hSq4U6hcaqVMwA2y4ew3K_LgU5LIfWf6BmDxPgyk2eUFBBJfcE/s1600/sacconi+rossi+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="573" data-original-width="1000" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7uwVaPB4xSyCFl6D9AzewJZIMkggXVw2jZa_pYjY_v2AAmAPsPgjKPOfA3HsMLBTRnC-DcD_8ZLoQMXaxJgVlSaRv1hSq4U6hcaqVMwA2y4ew3K_LgU5LIfWf6BmDxPgyk2eUFBBJfcE/s400/sacconi+rossi+2.jpg" width="400" /></a></div>
<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; text-align: center;">Storia, leggende, curiosità ma anche enogastronomia. Sull'Isola Tiberina c'è la mitica trattoria della "<a href="https://www.trattoriasoralella.it/" target="_blank">Sora Lella</a>", dove potrete gustare la cucina tipica romana in una atmosfera magica! 😋</span></div>
Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-58531153022739634042018-09-24T06:40:00.001-07:002018-09-24T06:40:46.986-07:00Una gita a Frascati tra storia e folklore<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Quando
i romani parlano di gita domenicale fuori porta c’è solo un luogo che salta
immediatamente alla mente: Frascati.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Il
suo caratteristico centro storico, ma soprattutto la straordinaria posizione
panoramica che domina la Campagna Romana, affascina visitatori di oggi come
quelli del passato. Il grande Goethe, nel suo viaggio in Italia, così ce ne
parla: “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il paese è situato sopra una
collina, o meglio sul declivo di un monte, e a ogni passo si offrono al
disegnatore dei soggetti stupendi. Il panorama è sterminato: si vede Roma nel
piano, e da lungi il mare, a destra i monti di Tivoli e cosi via</i>”.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Frascati
è da sempre meta di gite ma il grande afflusso ci fu quando venne realizzata,
nel 1849, la ferrovia: i romani presero d’assalto il piccolo centro dei
Castelli Romani facendo aumentare il numero di fraschette e osterie!! Il
celebre vino di Frascati scorreva a litri nelle tavole tanto che l’ultimo
convoglio della linea ferroviaria di ritorno a Roma venne ribattezzato il treno
toppa, ovvero della sbornia!<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh287wSZ-YaJsZLaAL1l415rRxeUgbTKuzfu1XkJvHNkQ4w6yWy5l8lgcsKJT3GrXQ0YJv17IesTPLtklHsNJucsl1r9GKwq2b9OJkj4gp4kvJjNnv2bTTK_qflxCuCiaOT1TkGdU3k4Io/s1600/20180910_160411.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh287wSZ-YaJsZLaAL1l415rRxeUgbTKuzfu1XkJvHNkQ4w6yWy5l8lgcsKJT3GrXQ0YJv17IesTPLtklHsNJucsl1r9GKwq2b9OJkj4gp4kvJjNnv2bTTK_qflxCuCiaOT1TkGdU3k4Io/s320/20180910_160411.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">A differenza degli altri paesi dei
Castelli Romani, Frascati nasce solo nel medioevo sulle rovine di un’antica
villa romana. Il suo splendore ci fu con il Rinascimento: le più illustri e
facoltose famiglie nobiliari scelsero questo luogo per l’edificazione delle
loro splendide ville extra-urbane. In effetti, quando si giunge a Frascati in
Piazza Marconi il nostro sguardo è catturato dell’elegante e imponente Villa
Aldobrandini, una delle dodici Ville Tuscolane. L’immensa dimora fu residenza
estiva del cardinale Pietro Aldobrandini, amato nipote di papa Clemente VIII, e
resta tutt’ora proprietà della famiglia, pertanto non è accessibile al pubblico
fatta eccezione per il giardino e il teatro della acque.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOoFMO_iLFtUIC0xpYVeUdPtCCRk5NI-OEedN3FmkIiKPi5waXyUW9cghxaogGcP5NMJ2CrkjBrTnl3rPeBXlAjEFsn4hRox2eGIUu0i5vgxp5cLSF7JnA_aDpHHkHD5YzEygWyce-qP0/s1600/20180910_162422.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOoFMO_iLFtUIC0xpYVeUdPtCCRk5NI-OEedN3FmkIiKPi5waXyUW9cghxaogGcP5NMJ2CrkjBrTnl3rPeBXlAjEFsn4hRox2eGIUu0i5vgxp5cLSF7JnA_aDpHHkHD5YzEygWyce-qP0/s320/20180910_162422.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<!--[if gte vml 1]><v:shape id="Immagine_x0020_1"
o:spid="_x0000_s1027" type="#_x0000_t75" alt="20180910_162422.jpg" style='position:absolute;
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o:title="20180910_162422"/>
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</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Ma entriamo adesso nel suggestivo
centro storico: il cuore religioso di Frascati è la </span><a href="https://www.sanpietrofrascati.it/la-storia/"><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Cattedrale di San Pietro</span></a><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">, al cui interno stupirà la presenza
della lapide sepolcrale di un reale inglese, Carlo Edoardo Stuart, morto nel
1778.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Continuando
a percorrere i vicoli ci si troverà in Piazza Paolo III dove si erge la severa <o:p></o:p></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Rocca quattrocentesca, usata come palazzo vescovile. Guardando oltre però si può ammirare uno splendido campanile del Trecento a indicare la presenza della più antica chiesa di Frascati. Santa Maria in Vivario sorge in effetti sui resti della villa romana e fu la prima cattedrale di Frascati. È anche detta chiesa di San Rocco per il miracoloso ritrovamento delle immagini dei SS. Rocco e Sebastiano che salvarono la città dalla peste del 1656.</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdwxdS4FRC885Fxe61BslUlTY-K92AVnptiWlvfFu4CuLq_LrjyIqCFyWpENZkF8FYqomro1Tp3OQ2bGvsK5hPRRPa1S12_ksoYjyETPqlslaoaiHXFflTS4mGiTKFTgZ2HYLgyYcDync/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdwxdS4FRC885Fxe61BslUlTY-K92AVnptiWlvfFu4CuLq_LrjyIqCFyWpENZkF8FYqomro1Tp3OQ2bGvsK5hPRRPa1S12_ksoYjyETPqlslaoaiHXFflTS4mGiTKFTgZ2HYLgyYcDync/s1600/download.jpg" /></a></div>
<!--[if gte vml 1]><v:shape id="_x0000_s1026"
type="#_x0000_t75" alt="Risultati immagini per forno ceralli frascati"
style='position:absolute;left:0;text-align:left;margin-left:1.8pt;
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o:title="Risultati immagini per forno ceralli frascati"/>
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</v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--><!--[endif]--><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">Ma
una vera passeggiata a Frascati non può ritenersi finita senza aver assaggiato
i prodotti tipici dello storico </span><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";"><a href="http://www.ceralli.it/" target="_blank">Forno Ceralli</a></span><span style="font-family: "verdana" , "sans-serif";">. Da quattro generazioni la famiglia
Ceralli sforna pane, pizza e dolci della tradizione. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>È vietato uscire senza aver acquistato la
Pupazza: è senza dubbio il re dei dolci di Frascati e raffigura una balia con
tre seni: secondo la tradizione il seno finto conteneva buon vino e serviva a
calmare anche i bambini più irrequieti!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-20109870152988942192018-09-18T02:21:00.000-07:002018-09-19T07:12:40.283-07:00Il Ghetto di Roma: frammenti di storia, arte e vita vissuta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tra i luoghi più suggestivi della città va annoverato il Ghetto, stretto tra l'imponente mole del Campidoglio e l'Isola Tiberina. <br /><br />Voluto da papa Paolo IV nel 1555 come dimora obbligatoria per gli ebrei romani, è sempre stato parte integrante della città nel bene e nel male.</span><br />
<div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEighwcxMVhIMBvdpTmGk9NixWWSpBVhYFg4jCN7JLHHveTZ4WA-IvCWKZj5-c0u6iETmdk5V3mh6SaAlEo1zHliC5qfiiT2GVrx-wXmIxOKBRjLlrqnDpvGU108D1ibCyn9SfO5Z6DAULs/s1600/portico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="660" data-original-width="989" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEighwcxMVhIMBvdpTmGk9NixWWSpBVhYFg4jCN7JLHHveTZ4WA-IvCWKZj5-c0u6iETmdk5V3mh6SaAlEo1zHliC5qfiiT2GVrx-wXmIxOKBRjLlrqnDpvGU108D1ibCyn9SfO5Z6DAULs/s400/portico.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">La nostra passeggiata inizia da largo </span><a href="http://www.16ottobre1943.it/" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">16 ottobre 1943</a><span style="font-family: verdana, sans-serif;">, quando il Ghetto fu teatro del terribile rastrellamento delle truppe nazi-fasciste: di poco più di 1000 persone catturate e deportate, ne tornarono a casa solo 16, 15 uomini e una donna </span><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Settimia_Spizzichino" style="font-family: verdana, sans-serif;" target="_blank">Settimia Spizzichino</a><span style="font-family: verdana, sans-serif;">. Una tragedia assurda, ricordata dalla targa apposta in loco, che si è consumata di fronte alle bellissime vestigia del Portico d'Ottavia. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQkgG5gyXEOMmMhZWP9f5eMbIO6ZuzYeRENlX5iyWe_G3zOslaCTPxdGv6vkmZJnIKpoKQ8hewvABLm8Cd5jdbZyMyuoT57nAOLAk7VvzuAZUXiSp-289AN_8PVoRhUElojTyNQ_2n58A/s1600/largo+16+ottobre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="416" data-original-width="297" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQkgG5gyXEOMmMhZWP9f5eMbIO6ZuzYeRENlX5iyWe_G3zOslaCTPxdGv6vkmZJnIKpoKQ8hewvABLm8Cd5jdbZyMyuoT57nAOLAk7VvzuAZUXiSp-289AN_8PVoRhUElojTyNQ_2n58A/s320/largo+16+ottobre.jpg" width="228" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br />Il portico, struttura antica di epoca repubblicana, fu restaurato dall'imperatore Augusto e dedicato a sua sorella Ottavia...pensate che in epoca medievale ospitò addirittura un mercato del pesce! Da qui il nome della chiesetta retrostante "Sant'Angelo in Pescheria". È ancora visibile una lapide con l'iscrizione "CAPITA PISCIUM HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS INCLUSIVE CONSERVATORIBUS DANTO" (le teste dei pesci più lunghi di questa lapide, pinne comprese, devono essere date ai Conservatori , cioè agli amministratori civici).</span></div>
<div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Va tenuto bene in mente, quando si percorrono i vicoli del Ghetto, che questo luogo è stato interessato da una pesante risistemazione urbanistica intorno agli anni 80 dell'800. Come possiamo immaginare il suo aspetto originario e tuffarci nella storia? Semplice! Basta dare uno sguardo alla serie di acquerelli di Ettore Roesler Franz "Roma Sparita" per capire davvero come fosse la quotidianità del Ghetto. Oppure recarsi nell'</span><a href="http://www.lofficinaturale.com/dove-siamo/" style="font-family: verdana, sans-serif;">erboristeria</a><span style="font-family: verdana, sans-serif;"> di via della Reginella per ammirare una cartina che mette a confronto la nuova sistemazione urbanistica e quella antica.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFagWl81LzkVozbOZvDyk0OyDVozlthvzlW80l8YeE7sAoORlshJB0XcPKAUII5gNTPY3A6msreedqQJPOqLVJbyHhbUKKB3YqRMEp7Q2dyhIGY7wrme3m2v0WTjsurfLYLIm6QabHpHk/s1600/16.-La-Via-Rua-in-fondo-il-Portico-d-Ottavia-1888.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="571" data-original-width="800" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFagWl81LzkVozbOZvDyk0OyDVozlthvzlW80l8YeE7sAoORlshJB0XcPKAUII5gNTPY3A6msreedqQJPOqLVJbyHhbUKKB3YqRMEp7Q2dyhIGY7wrme3m2v0WTjsurfLYLIm6QabHpHk/s400/16.-La-Via-Rua-in-fondo-il-Portico-d-Ottavia-1888.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La nostra passeggiata continua verso piazza Mattei, dominata dalla piccola mole della famosa fontana delle Tartarughe. Costruita negli anni 80 del '500 dallo scultore fiorentino Landini, fu terminata dall'estro del genio barocco Gian Lorenzo Bernini quasi un secolo dopo, con la realizzazione delle Tartarughe....talmente ammirate da essere state rubate più volte! Ora sono sostituite da copie, le tartarughe originali sono al sicuro nei Musei Capitolini!</span></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHZbHqeHBB_MhzY8TCpnIpCWxV5yn2NXifUeQBCtYQi-nP8ZWTWNRSfEzoWX3QUWRJ7Qxa33pb4EjswpTPX4gAX4LE4x53KMXOMyt2woqLv3KxW8bUjvWZ0v1bzC-4V9i3rHTWpTD4rr4/s1600/tartarughe.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="423" data-original-width="626" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHZbHqeHBB_MhzY8TCpnIpCWxV5yn2NXifUeQBCtYQi-nP8ZWTWNRSfEzoWX3QUWRJ7Qxa33pb4EjswpTPX4gAX4LE4x53KMXOMyt2woqLv3KxW8bUjvWZ0v1bzC-4V9i3rHTWpTD4rr4/s400/tartarughe.png" width="400" /></a></div>
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<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="mso-fareast-language: IT; mso-no-proof: yes;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
Abbassando lo sguardo durante la passeggiata capiterà di imbattersi nelle "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Pietre_d%27inciampo">Pietre d'Inciampo</a>", vere e proprie installazioni d'arte contemporanea, volute dall'artista tedesco Demnig a partire dalla metà degli anni '90. Semplici e lucidi sampietrini d'ottone che servono a mantenere viva la memoria delle persone comuni, come noi, che morirono a causa della follia nazi-fascista.</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJWMqTAhJ35LwV3yx7kU9gxl8-9_tF_hkVHtckT8Jjrpw-9OTz0Ev9AmMB7n7jpQ7nEmJTJ5p8dKFMRLT-3T2rzJfzURrQpZ03MNympcEequLy62nuu-I6H-z1e2gDVPmLj0-TeUT_ClY/s1600/rmcsonnino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="300" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJWMqTAhJ35LwV3yx7kU9gxl8-9_tF_hkVHtckT8Jjrpw-9OTz0Ev9AmMB7n7jpQ7nEmJTJ5p8dKFMRLT-3T2rzJfzURrQpZ03MNympcEequLy62nuu-I6H-z1e2gDVPmLj0-TeUT_ClY/s200/rmcsonnino.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Prima di continuare il giro va assolutamente fatta una sosta al mitico forno "<a href="https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187791-d1552205-Reviews-Forno_Boccione-Rome_Lazio.html" target="_blank">Boccione</a>" del Ghetto! Specialità tradizionali della cucina ebraica saranno una piacevole scoperta! <br /><br />Ultima tappa che vi suggeriamo è la Sinagoga, costruita dagli architetti Costa e Armani nel 1904. Il suo stile assiro-babilonese e la sua decorazione ricca di simboli rappresentano davvero un unicum a Roma.</span></div>
Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-23807518852350690482018-09-13T15:04:00.001-07:002018-09-14T14:04:36.348-07:00Roma nascosta: il magico quartiere Coppedè<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Roma è sicuramente una città che non finisce mai di stupire per la bellezza dei suoi monumenti, dei suoi ruderi e delle splendide viste. Ma non solo..ci sono zone della città altrettanto interessanti ma meno conosciute dai turisti di passaggio, da cercare fuori dal centro e dai soliti percorsi.<br />Il quartiere Coppedé è sicuramente tra questi. Una serie di 26 palazzine e 17 villini che consentono di immergersi in una realtà parallela, fiabesca e misteriosa. <br />Ci troviamo all'interno del più ampio quartiere Trieste, tra le vie Salaria e Nomentana, dove tra il 1915 e 1927 <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/gino-coppede_(Dizionario-Biografico)/">Gino Coppedè</a> creò il suo capolavoro.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKq8r_HQiJ2kH40_YDtvlmhlkbaOTTmCTNWHI2gpJsXyq4H2nKrS_57TlRqCDBtafZYq5iv0aK7seujc2cvhZeNie7I3mkdlXtEfiLsM-UIgSKTQjoUKm1seOufDkjnBgQzO4zR1uqK3A/s1600/Coppede3-copy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="1249" data-original-width="1297" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKq8r_HQiJ2kH40_YDtvlmhlkbaOTTmCTNWHI2gpJsXyq4H2nKrS_57TlRqCDBtafZYq5iv0aK7seujc2cvhZeNie7I3mkdlXtEfiLsM-UIgSKTQjoUKm1seOufDkjnBgQzO4zR1uqK3A/s200/Coppede3-copy.jpg" width="200" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Un architetto fiorentino, classe 1866, che dopo aver fatto fortuna ristrutturando e costruendo villini in stile eclettico e liberty a Genova e dintorni (vedi <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Mackenzie">Castello Mackenzie</a>), ebbe l'opportunità di lavorare a Roma grazie alla ditta Società Anonima Edilizia Moderna dei fratelli Cerruti.<br />Roma con la sua storia e con i suoi stili - dall'antico al rinascimentale, dal barocco al moderno - costituì una fonte inesauribile di spunti per la vivace immaginazione di Gino Coppedè che riuscì a dar vita ad uno stile unico che non trova riscontro in nessun altro luogo e che da lui prenderà il nome, lo stile Coppedè. Non solo, le facciate dei suoi edifici sono piene di decorazioni simboliche: a saperle leggere la visita nel quartiere diventa qualcosa di più, un vero e proprio viaggio iniziatico nella massoneria. </span><br /><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Così si accede al quartiere attraversando un imponente arcone ribassato affiancato da due torrette, sotto al quale pende un lampadario che oltre a dar l'idea di entrare in luogo chiuso simbolizza la luce che l'iniziato troverà al termine del suo viaggio, al quale viene introdotto anche dalle immagini dei galli sulle inferriate delle finestre. </span><br /><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht0BNYUredyNi6dQEjGRG3lbzATuwVZLE1lSz1_zZYyCsNl_3eU0INsFALmABI7lamBVdsBhsWf4AZ9YufQCssT25wWQaX6vLoUj4i_HOsdVU88aamgqFCoKJ59BmOZdFNfUTs5txwKX0/s1600/20180708_173941.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="932" data-original-width="699" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht0BNYUredyNi6dQEjGRG3lbzATuwVZLE1lSz1_zZYyCsNl_3eU0INsFALmABI7lamBVdsBhsWf4AZ9YufQCssT25wWQaX6vLoUj4i_HOsdVU88aamgqFCoKJ59BmOZdFNfUTs5txwKX0/s320/20180708_173941.jpg" width="240" /></span></a></div>
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; text-align: left;"><br /></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si raggiunge Piazza Mincio, cuore del quartiere, che come la maggior parte delle piazze romane è decorata da una fontana, detta delle Rane, pensata come omaggio a Gian Lorenzo Bernini e alla sua <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fontana_delle_Tartarughe">Fontana</a><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Fontana_delle_Tartarughe"> delle Tartarughe</a> di piazza Mattei. Nel 1965 dopo un concerto tenuto nel vicino Piper, si racconta che i Beatles fecero un bagno proprio in questa fontana...senza multa!</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
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<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3Rk81s8573fOC0vQi_40606lO8l6B-wDi5WyMn51v0gGKLn1I51pG-9NOyl4DuhqSfDMGoyJltyRRcWIKDm89nVt8XSemA8_nuiHh-luOYChxJmeNC1-xwww7VpWsq04WZBmRGSkxto/s1600/coppede.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1196" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiV3Rk81s8573fOC0vQi_40606lO8l6B-wDi5WyMn51v0gGKLn1I51pG-9NOyl4DuhqSfDMGoyJltyRRcWIKDm89nVt8XSemA8_nuiHh-luOYChxJmeNC1-xwww7VpWsq04WZBmRGSkxto/s320/coppede.jpg" width="239" /></a></span></div>
<br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sulla piazza si affacciano gli edifici principali: quello "barocco" degli Ambasciatori, quello d'ispirazione cinematografica dedicato agli Ospiti, <br />il palazzo del Ragno con la bellissima vetrata in stile Art decò, dedicato al lavoro, e il meraviglioso Villino delle Fate. Se fate una passeggiata serale vi capiterà di vedere il Villino illuminato: tre luci colorate diverse per tre appartamenti le cui facciate sono stracolme di dipinti che celebrano le città principali d'Italia: Firenze (Fiorenza bella), Venezia con il leone di San Marco e Roma con Lupa.<br />Inoltrandovi nel quartiere, camminando su via Brenta, via Ombrone, sino a Corso Trieste avrete modo di giocare a una vera e propria caccia al villino Coppedè, alla ricerca di facciate decorate con scudi e cavalieri d'ispirazione medievale, ma anche torrette, lampadari e fantasiosi comignoli a forma di casetta che costituiscono la firma del nostro architetto.<br /><br />Una curiosità: l'atmosfera magica e misteriosa del quartiere lo ha reso adatto a far da sfondo a diversi film, tra i quali Inferno e L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, che lo ha anche scelto come sua residenza.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/mogFdpknFbE/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/mogFdpknFbE?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span>Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-84692195947948415612018-09-09T10:52:00.000-07:002018-09-14T14:05:10.998-07:00Passeggiando a Trastevere...dove romanità verace e storia si incontrano!<span style="font-family: verdana, sans-serif;">Quante volte parlando con gli amici avete avuto l'idea di fare una passeggiata a Trastevere? Magari a luglio, quando il rione si anima per la folkloristica "</span><a href="http://www.festadenoantri.it/" style="font-family: verdana, sans-serif;">Festa de' noantri</a><span style="font-family: verdana, sans-serif;">" e le rive del fiume si popolano di bancarelle e bistrot in occasione della manifestazione "</span><a href="http://www.lungoiltevereroma.it/" style="font-family: verdana, sans-serif;">Lungo il Tevere</a><span style="font-family: verdana, sans-serif;">".</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT5yIbue4587I9u7lAsXGjsj4-WqCTZh7EhU1FArVLmZx2euZVMGFCul4EfkhAV7TWtQxQlAtXe42zeHjQrc-JqIixF4fmAlt5M-_SsY6oK_7_SA1Mo4n1So2z2OttHS71DIl3Zs3ZxAs/s1600/bancarelle.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="233" data-original-width="647" height="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiT5yIbue4587I9u7lAsXGjsj4-WqCTZh7EhU1FArVLmZx2euZVMGFCul4EfkhAV7TWtQxQlAtXe42zeHjQrc-JqIixF4fmAlt5M-_SsY6oK_7_SA1Mo4n1So2z2OttHS71DIl3Zs3ZxAs/s400/bancarelle.png" width="400" /></a></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Ma pochi sanno che Trastevere è il rione più esteso di Roma e passeggiando per i suoi vicoli più nascosti si possono scovare dei veri e propri tesori!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Inizieremo la nostra passeggiata da piazza in Piscinula...tra sacro e profano! La chiesetta di San Benedetto, col suo campanile da guinness (il più piccolo di Roma!) che permette un tuffo nel passato rivelandosi uno scrigno intatto del periodo medievale. Non lasciatevi ingannare dalla facciata moderna 😉!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Di fronte alla chiesa si staglia in tutta la sua imponenza Palazzo Mattei, della nobile famiglia romana, che nell'800 ospitava al piano terra la Locanda delle "sciacquette", in dialetto romanesco ragazze di facili costumi...che oltre al vino erano disposte a offrire anche un bel dopo cena all'avventore!<br /><br />Incamminandoci in via della Lungaretta si trovano luoghi magnifici, come la basilica di San Crisogono coi suoi antichi sotterranei e il suo singolare campanile a punta, uno dei simboli di Trastevere, la chiesa di Sant'Agata casa della Madonna de Noantri e di tutti i suoi meravigliosi vestiti e gioielli, ma anche personaggi specchio della romanità: <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Gioachino_Belli">Giuseppe Gioacchino Belli</a>, poeta e voce del popolo romano, che ci saluta all'imbocco di Viale Trastevere!</span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Proseguiamo su via della Lungaretta fino ad arrivare di fronte alla bellissima basilica di Santa Maria in Trastevere, cuore religioso del Rione, dove si possono ammirare, tra le altre cose, i meravigliosi mosaici della facciata appena restaurata e il ciclo di mosaici di Pietro Cavallini nell'abside.</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
</span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtCMyT0dhEIq5kijnvyFYd3xXirGRMLo-z_ZL9Fg_4MwSpJXVyfXVyL3833YYw98G8y6LtTBwMPkqzzq8VZUugj_B9kN7WIEXJHhpOAYkIv0J0w4-fOtH52M1sBHkoRo94s1n0OYx7vqI/s1600/sm+in+tras.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="670" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtCMyT0dhEIq5kijnvyFYd3xXirGRMLo-z_ZL9Fg_4MwSpJXVyfXVyL3833YYw98G8y6LtTBwMPkqzzq8VZUugj_B9kN7WIEXJHhpOAYkIv0J0w4-fOtH52M1sBHkoRo94s1n0OYx7vqI/s400/sm+in+tras.jpg" width="400" /></span></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
</span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">La retrostante piazza Sant'Egidio, sede dell'<a href="https://www.santegidio.org/">omonima comunità</a>, ospita il <a href="http://www.museodiromaintrastevere.it/">Museo di Roma in Trastevere</a>, piccolo museo comunale conosciuto soprattutto come spazio espositivo per mostre temporanee, ma vero custode delle tradizioni e dei costumi della Roma che fu. Basta salire al secondo piano per scoprire una parte degli acquerelli della serie di Roma Sparita, realizzati sul finire dell'800 da Ettore Roesler Franz, che ci mostrano una Roma che non c'è più 😲.<br /><br />Vi è venuta voglia di approfondire la conoscenza di Trastevere con la sua storia, i suoi aneddoti e le sue curiosità? Fatelo con noi! <a href="http://www.romaadhoc.it/calendario/trastevere-insolito-storia-folklore/">http://www.romaadhoc.it/calendario/trastevere-insolito-storia-folklore/</a></span><br />
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq2LCMJAW4N3tQEDe2-Mk4wqrHQdgoz57VJfyXJQXrxToqvS-YriBoiT9rsd-xQ9mz51tHSQgOukjTRFBKHH9RhghgtJ5gbYr-ns8LKLlC-bUx4kWruiZs9QqBVx-9-T0ZdTozwDrulMw/s1600/roesler+franz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><img border="0" data-original-height="448" data-original-width="344" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq2LCMJAW4N3tQEDe2-Mk4wqrHQdgoz57VJfyXJQXrxToqvS-YriBoiT9rsd-xQ9mz51tHSQgOukjTRFBKHH9RhghgtJ5gbYr-ns8LKLlC-bUx4kWruiZs9QqBVx-9-T0ZdTozwDrulMw/s320/roesler+franz.jpg" width="244" /></span></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Terminiamo la nostra passeggiata a Piazza Trilussa, cuore della movida e punto di incontro per i giovani che si apprestano a vivere il rione di notte. Oltre alla pittoresca fontana del '500, in un lato nascosto della piazza c'è la statua di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Trilussa">Trilussa</a>, al secolo Carlo Alberto Salustri, baluardo della poesia satirica dialettale, erede di Giuseppe Gioacchino Belli. <br /><br /><span style="font-size: x-small;">"Mentre me leggo er solito giornale spaparacchiato all'ombra d'un pajaro, vedo un porco e je dico: - Addio, majale! vedo un ciuccio e je dico: - Addio, somaro! Forse 'ste bestie nun me capiranno, ma provo armeno la soddisfazzione de poté dì le cose come stanno senza paura de finì in priggione"</span><br /><br />Se la passeggiata vi ha messo un certo appetito vi segnaliamo la pizzeria a taglio "<a href="https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187791-d2397388-Reviews-La_Boccaccia-Rome_Lazio.html">La Boccaccia</a>" in via di Santa Dorotea 2, a pochi passi da piazza Trilussa 😋.</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></span></div>
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<br />Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3332814803282515516.post-78350727899198809812018-09-05T10:15:00.000-07:002018-09-14T13:59:01.342-07:00Alla scoperta del Colle Aventino<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Spesso si dice che non basta una vita per visitare Roma, e in effetti è così 😌<br /><br /> Anche gli stessi romani molto spesso non conoscono angoli nascosti e meravigliosi della loro città. Ma andando oltre il Colosseo, oltre la basilica di San Pietro e oltre le piazze da cartolina, Roma è sempre in grado di stupirci e di regalarci un emozionante viaggio nella bellezza!<br /><br /> Quanti romani e quanti turisti transitano tutti i giorni per il Circo Massimo, spesso inconsapevoli di essere al centro della storia della Città Eterna... magari ci si sofferma a guardare lo splendido panorama del Palatino ma meno spesso si sale alla scoperta del colle "dirimpettaio": l'Aventino 😉</span><div>
<br /><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;">
</span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMTpIy1-kkD9SoMXx1AjL0BoZAbFsQPXhACGiPhm9VY7qbGhT6koc__vYvVl7CrelPNqpg4LjaBtZE6XA00kQLRgC3Qqva8CXX1N1cC_f1xzjsapjj-1fOcCDwM6InEQJibAVxzKNIWOo/s1600/Roma-Roseto-comunale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1079" data-original-width="1600" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMTpIy1-kkD9SoMXx1AjL0BoZAbFsQPXhACGiPhm9VY7qbGhT6koc__vYvVl7CrelPNqpg4LjaBtZE6XA00kQLRgC3Qqva8CXX1N1cC_f1xzjsapjj-1fOcCDwM6InEQJibAVxzKNIWOo/s320/Roma-Roseto-comunale.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma l'Aventino è davvero uno di quei luoghi per cui vale la pena spendere qualche ora... un colle incantato che regala innumerevoli gioielli e che è protagonista di alcune delle scene più belle del film "La grande bellezza" di Sorrentino: </span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;"><iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/oG8newOQCA4/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/oG8newOQCA4?feature=player_embedded" width="320"></iframe></span></div>
<br /><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lasciandoci alle spalle il Circo Massimo e iniziando a salire, eccoci immersi nei profumi del Roseto comunale di Roma, aperto solo in primavera, in cui sbocciano 1100 specie di rose <br /><br />✨ <a href="http://www.turismoroma.it/cosa-fare/roseto-comunale">il Roseto comunale</a><br /><br /> Proseguendo eccoci di fronte alla cancellata del famoso Giardino degli aranci, da cui si gode uno dei più bei panorami di Roma che va dall'ansa del Tevere alla Basilica di San Pietro <br /><br />✨ <a href="http://www.turismoroma.it/cosa-fare/parco-savello-o-giardino-degli-aranci">il Giardino degli Aranci</a><br /><br /> Immancabile una visita alle tre chiese più note del Colle:<br /><br /> - Santa Sabina, antica basilica paleocristiana il cui bellissimo portale ligneo del V secolo ci mostra la più antica raffigurazione plastica della Crocifissione<br /><br />- Sant'Alessio, una delle location più richieste per i matrimoni romani 😉<br /><br />- Sant'Anselmo, "giovane" chiesa neo romanica i cui lavori iniziarono nel 1893<br /><br /> Al termine della salita, ecco aprirsi davanti a noi piazza dei Cavalieri di Malta su cui si affaccia il Gran Priorato dell’Ordine di Malta, uno dei possedimenti romani dell’antichissimo Ordine cavalleresco. La proprietà è nota ai più per il celebre portone, con il buco della serratura che inquadra perfettamente la cupola di San Pietro, un’attrazione unica che richiama romani e non!</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #1d2129;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuAOt9Q7gPRJWtIrWUWG4oCseXKdj9acf4D1dGdAXgCSDj42EHHskjuAbU0AllI2gBBOZaOpcsxaP1JEFp9KzFTiqz_f_LQsEKO7qek1eKgtoLHb8QTO0xSiY_b_4heQouFpwfL8dGW6I/s1600/Buco-Aventino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuAOt9Q7gPRJWtIrWUWG4oCseXKdj9acf4D1dGdAXgCSDj42EHHskjuAbU0AllI2gBBOZaOpcsxaP1JEFp9KzFTiqz_f_LQsEKO7qek1eKgtoLHb8QTO0xSiY_b_4heQouFpwfL8dGW6I/s200/Buco-Aventino.jpg" width="133" /></span></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">All'interno si può ammirare la chiesa di Santa Maria del Priorato, un gioiello settecentesco unica opera architettonica del celebre incisore Piranesi e un rigoglioso giardino, ricco delle più diverse specie floreali, da cui si gode di un privilegiato panorama su Roma.</span></div>
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<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Raramente le porte del Priorato si aprono ai visitatori, ma se siete interessati ad una visita, trovate in questo link le informazioni per visitarlo con <a href="http://www.romaadhoc.it/">Roma ad Hoc - visite guidate</a> 👉 <a href="http://www.romaadhoc.it/calendario/gran-priorato-dellordine-malta-allaventino-permesso-speciale/">http://www.romaadhoc.it/calendario/gran-priorato-dellordine-malta-allaventino-permesso-speciale/</a></span><br /><br /><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Se alla fine della vostra passeggiata avete voglia di un aperitivo o di un drink, vi consigliamo "Rosso", a due passi dalla metro Circo Massimo, aperto tutto il giorno tutti i giorni 😊🍸<br /><br />⇨ <a href="http://www.ristoranterosso.it/">http://www.ristoranterosso.it/</a></span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: medium;"><br /></span>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
Roma ad Hochttp://www.blogger.com/profile/11602433650831414649noreply@blogger.com0