giovedì 13 settembre 2018

Roma nascosta: il magico quartiere Coppedè

Roma è sicuramente una città che non finisce mai di stupire per la bellezza dei suoi monumenti, dei suoi ruderi e delle splendide viste. Ma non solo..ci sono zone della città altrettanto interessanti ma meno conosciute dai turisti di passaggio, da cercare fuori dal centro e dai soliti percorsi.
Il quartiere Coppedé è sicuramente tra questi. Una serie di 26 palazzine e 17 villini che consentono di immergersi in una realtà parallela, fiabesca e misteriosa.
Ci troviamo all'interno del più ampio quartiere Trieste, tra le vie Salaria e Nomentana, dove tra il 1915 e 1927 Gino Coppedè creò il suo capolavoro.


Un architetto fiorentino, classe 1866, che dopo aver fatto fortuna ristrutturando e costruendo villini in stile eclettico e liberty a Genova e dintorni (vedi Castello Mackenzie), ebbe l'opportunità di lavorare a Roma grazie alla ditta Società Anonima Edilizia Moderna dei fratelli Cerruti.
Roma con la sua storia e con i suoi stili - dall'antico al rinascimentale, dal barocco al moderno - costituì una fonte inesauribile di spunti per la vivace immaginazione di Gino Coppedè che riuscì a dar vita ad uno stile unico che non trova riscontro in nessun altro luogo e che da lui prenderà il nome, lo stile Coppedè. Non solo, le facciate dei suoi edifici sono piene di decorazioni simboliche: a saperle leggere la visita nel quartiere diventa qualcosa di più, un vero e proprio viaggio iniziatico nella massoneria.


Così si accede al quartiere attraversando un imponente arcone ribassato affiancato da due torrette, sotto al quale pende un lampadario che oltre a dar l'idea di entrare in luogo chiuso simbolizza la luce che l'iniziato troverà al termine del suo viaggio, al quale viene introdotto anche dalle immagini dei galli sulle inferriate delle finestre.


Si raggiunge Piazza Mincio, cuore del quartiere, che come la maggior parte delle piazze romane è decorata da una fontana, detta delle Rane, pensata come omaggio a Gian Lorenzo Bernini e alla sua Fontana delle Tartarughe di piazza Mattei. Nel 1965 dopo un concerto tenuto nel vicino Piper, si racconta che i Beatles fecero un bagno proprio in questa fontana...senza multa!


Sulla piazza si affacciano gli edifici principali: quello "barocco" degli Ambasciatori, quello d'ispirazione cinematografica dedicato agli Ospiti,
il palazzo del Ragno con la bellissima vetrata in stile Art decò, dedicato al lavoro, e il meraviglioso Villino delle Fate. Se fate una passeggiata serale vi capiterà di vedere il Villino illuminato: tre luci colorate diverse per tre appartamenti le cui facciate sono stracolme di dipinti che celebrano le città principali d'Italia: Firenze (Fiorenza bella), Venezia con il leone di San Marco e Roma con Lupa.
Inoltrandovi nel quartiere, camminando su via Brenta, via Ombrone, sino a Corso Trieste avrete modo di giocare a una vera e propria caccia al villino Coppedè, alla ricerca di facciate decorate con scudi e cavalieri d'ispirazione medievale, ma anche torrette, lampadari e fantasiosi comignoli a forma di casetta che costituiscono la firma del nostro architetto.

Una curiosità: l'atmosfera magica e misteriosa del quartiere lo ha reso adatto a far da sfondo a diversi film, tra i quali Inferno e L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, che lo ha anche scelto come sua residenza.



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