Il quartiere Coppedé è sicuramente tra questi. Una serie di 26 palazzine e 17 villini che consentono di immergersi in una realtà parallela, fiabesca e misteriosa.
Ci troviamo all'interno del più ampio quartiere Trieste, tra le vie Salaria e Nomentana, dove tra il 1915 e 1927 Gino Coppedè creò il suo capolavoro.
Un architetto fiorentino, classe 1866, che dopo aver fatto fortuna ristrutturando e costruendo villini in stile eclettico e liberty a Genova e dintorni (vedi Castello Mackenzie), ebbe l'opportunità di lavorare a Roma grazie alla ditta Società Anonima Edilizia Moderna dei fratelli Cerruti.
Roma con la sua storia e con i suoi stili - dall'antico al rinascimentale, dal barocco al moderno - costituì una fonte inesauribile di spunti per la vivace immaginazione di Gino Coppedè che riuscì a dar vita ad uno stile unico che non trova riscontro in nessun altro luogo e che da lui prenderà il nome, lo stile Coppedè. Non solo, le facciate dei suoi edifici sono piene di decorazioni simboliche: a saperle leggere la visita nel quartiere diventa qualcosa di più, un vero e proprio viaggio iniziatico nella massoneria.
Così si accede al quartiere attraversando un imponente arcone ribassato affiancato da due torrette, sotto al quale pende un lampadario che oltre a dar l'idea di entrare in luogo chiuso simbolizza la luce che l'iniziato troverà al termine del suo viaggio, al quale viene introdotto anche dalle immagini dei galli sulle inferriate delle finestre.
Sulla piazza si affacciano gli edifici principali: quello "barocco" degli Ambasciatori, quello d'ispirazione cinematografica dedicato agli Ospiti,
il palazzo del Ragno con la bellissima vetrata in stile Art decò, dedicato al lavoro, e il meraviglioso Villino delle Fate. Se fate una passeggiata serale vi capiterà di vedere il Villino illuminato: tre luci colorate diverse per tre appartamenti le cui facciate sono stracolme di dipinti che celebrano le città principali d'Italia: Firenze (Fiorenza bella), Venezia con il leone di San Marco e Roma con Lupa.
Inoltrandovi nel quartiere, camminando su via Brenta, via Ombrone, sino a Corso Trieste avrete modo di giocare a una vera e propria caccia al villino Coppedè, alla ricerca di facciate decorate con scudi e cavalieri d'ispirazione medievale, ma anche torrette, lampadari e fantasiosi comignoli a forma di casetta che costituiscono la firma del nostro architetto.
Una curiosità: l'atmosfera magica e misteriosa del quartiere lo ha reso adatto a far da sfondo a diversi film, tra i quali Inferno e L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, che lo ha anche scelto come sua residenza.
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